Page 6 - Papaveri e papere
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dedicati.ippunto  ai  bushisms,  i  «bushismi».  Insomma,  gaffe  e
            sciocchezze di colui che è stato l’uomo più potente del mondo per ben

            due mandati. A partire dal 2000, quando l’allora candidato presidenziale
            nella sua prima corsa alla Casa Bianca si rivolse a un gruppo di elettori
            latinos, la comunità etnica di lingua spagnola, chiedendo invece che sus

            votos – i vostri voti — sus botas, cioè i vostri stiva- li. Quelli, generosi
            e grati comunque per gli sforzi di apprendimento, gli concessero anche i
            voti, salvo pentirsene qualche anno dopo.

            Poiché ho promesso una panoramica universale delle gaffe dei potenti,

            mi pare giusto partire dagli uomini che rivestono ai tempi nostri i panni
            degli antichi imperatori romani. Il novello Augusto, si sa, risiede sulla
            riva  del  Potomac,  nella  capitale  dell’impero  americano.  Hanno  un  bel

            dire filosofi della politica, economisti, profeti di sventura, che già da un
            paio di decenni descrivono nei dettagli l’incombente declino degli Stati
            Uniti  quale  unica  superpotenza  planetaria.  Nell’attesa  che  arrivino  i
            barbari,  l’uomo  che  conquista  la  Casa  Bianca  (di  donne  ancora

            nemmeno l’ombra) resta a tutti gli effetti il dominus del nostro mondo,
            il  Cesare  che  stringe  nel  proprio  pugno  un  fascio  di  poteri  molto  più
            ampio  del  Cesare  originale.  Ma  ne  è  davvero  sempre  all’altezza?  Per

            dirne  una:  metti  che  John  McCain  avesse  vinto  l’ultima  corsa  alla
            presidenza  portandosi  dietro  una  vice  come  Sarah  Palin,  governatrice
            dell’Alaska,  ci  saremmo  tutti  sentiti  tranquilli  al  pensiero  dei  codici
            atomici tra le dita artigliate della «pitbull col rossetto»?


            Mi parrebbe legittima una certa inquietudine, trattandosi di quella stessa
            signora che, accusata da un giornalista tv di saperne poco di politica estera,
            replicò: «Quando Putin alza la testa ed entra nello spazio aereo degli Stati
            Uniti, dove va? In Alaska. Loro sono appena oltre frontiera. È dall’Alaska

            che li teniamo d’occhio, che sorvegliamo questa nazione molto potente, la
            Russia,  perché  sono  proprio  accanto  a  noi».  Per  quanto  neutrale  nella
            contesa  elettorale,  l’intervistatore  si  sentì  in  obbligo  di  precisare

            imbarazzato  che  «non  vi  è  stata  alcuna  violazione  da  parte  di  jet  russi
            nell’intero spazio aereo statunitense».

            Rallegriamoci che Mrs Palin sia rimasta a far la guardia sullo stretto di
            Bering,  con  marito,  cinque  figli  e  un  nipote,  e  restiamo  in  fiduciosa

            attesa  delle  prime  gaffe  di  Obama.  L’aura  del  mito  difende  per  ora  il
            nuovo  inquilino  della  Casa  Bianca,  ma  perfino  lui,  Mister  Perfettino,
            qualche  mezzo  errore  se  l’è  lasciato  scappare  in  campagna  elettorale.
            Niente di veramente grave, tale da incrinare un’immagine levigata come
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