Page 5 - Papaveri e papere
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critico  e  massmediologo  del  Tgl,  da  noi  sodali  affettuosamente
             ribattezzato «il Mollicone»: «Ti ho appena sentito alla radio. Esilarante.
             Che aspetti a riempire un libro con queste storie? Non avrai mica paura
             di essere divertente…» È passato un anno, ma obbedisco. Con l’aiuto
             anche  stavolta  —  come  vedete  —  di  mia  moglie,  inseparabile
             compagna dei precedenti viaggi attraverso l’Europa, e oggi partner di
             questa avventura nella terra infida dei gaffeur. L’obiettivo dichiarato è
             di divertirci insieme, lettori e autore.
               A essere sincero, io la mia parte di spasso l’ho già avuta. Scrivendo.
             Direi perfino doppia, giacché le gaffe che porto sotto i riflettori della
             vostra  attenzione  non  sono  quelle  della  gente  qualunque  ma  dei
             «potenti», dei «grandi» dell’intero pianeta, che si tratti di primi ministri
             o calciatori o presentatori tv. Figure di ruolo, come si dice, che travolte
             da una ridicola boutade ci consentono talvolta di misurare la distanza
             tra  ciò  che  pretendono  d’essere  e  ciò  che  davvero  sono.  In  un  certo
             senso, questo libro ci vendica tutti, noi ordinary people, gente comune
             con meno pretese ma più senso della misura. Capite dunque perché ho
             preso a prestito il titolo da una delle più famose canzoni italiane di tutti
             i  tempi,  medilitafora  perfetta  del  rapporto  perverso  che  congiunge
             irrimediabilmente  alcune  elevate  personalità  con  le  topiche  più
             meschine,  terra  terra.  Quelli  tra  voi  con  qualche  filo  bianco  (o  anche
             più…)  alle  tempie  ricorderanno  certamente  le  parole  del  motivetto,
             ripetute a ogni refrain: «Lo sai che i papaveri son alti alti alti, e tu sei
             piccolina, sei nata paperina…» Ah sì, certo, piccolina la «papera», ma a
             volte devastante,  peggio di una bomba atomica. Ce  ne sono di quelle
             che  hanno  distrutto  una  reputazione.  Dal  momento  che  non  si  tratta
             della nostra, ridiamone senza ritegno.

               Marzo 2009















                                   E la Casa Bianca diventò rossa…



            George  W.  Bush  se  n’è  andato  e  la  sua  uscita  di  scena  è  stata

            accompagnata, comunque si giudichi la sua presidenza, da un sospiro di
            sollievo  universale.  Eppure,  c’è  sicuramente  almeno  una  categoria  di
            persone  che  lo  rimpiangerà:  gli  estensori  dei  diversi  siti  Internet
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