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In realtà, come vedremo, il dibattito che agita Washington non è nuovo.
Le due opzioni (attacco all'Afghanistan o guerra generalizzata al
terrorismo) sono state studiate e preparate prima degli attentati ed esistono
al di là degli avvenimenti dell'11 settembre, anche se questi ultimi
forniscono un alibi per entrare in azione. Da quel momento, la questione si
focalizza sul sapere se l'opinione pubblica può accettare solo bersagli
identificati o se è sufficientemente scioccata da ammettere una guerra di
lunga durata. In definitiva, lo shock psicologico si rivelerà così forte che
gli strateghi di Washington non saranno costretti a scegliere e si potranno
attivare su entrambi i fronti.
A metà luglio 2001, constatando il fallimento dei negoziati multilaterali
di Berlino sull'avvenire dell'Afghanistan, la delegazione americana guidata
da Tom Simmons (ex ambasciatore in Pakistan), Karl Inderfurth (ex
assistente del segretario di stato) e Lee Coldren (ex esperto del
dipartimento di stato) si fa minacciosa. Secondo l'ex ambasciatore del
Pakistan a Parigi, Niaz Naik, che partecipava alle trattative, gli americani
hanno dichiarato che avrebbero invaso l'Afghanistan a metà ottobre e
avrebbero rovesciato il regime talebano.
All'inizio di settembre, sotto copertura delle manovre annuali nel mare
d'Oman, Essential Harvest, il Regno Unito ha dispiegato la più consistente
flotta dai tempi della guerra delle Malvine e ha concentrato le sue forze a
largo del Pakistan. Mentre la NATO, in occasione delle manovre Bright
Star ha trasferito quarantamila soldati nella regione. Così le forze anglo-
americane erano schierate sul territorio già prima degli attentati.
Quanto alla "guerra al terrorismo", lo stato maggiore interforze
statunitense l'ha a lungo preparata in occasione di due "War Games"
('simulazioni di guerra'): Global Engagement IV e JEFX 99. Ha
perfezionato le procedure tattiche durante un'ultima simulazione nel
giugno 2000, ma il War Game inizialmente programmato per giugno 2001
era stato annullato, e la cosa era stata interpretata dagli ufficiali coinvolti
come segno che si sarebbe presto passati all'azione vera e propria.
Gli statunitensi, sempre reticenti a prendere l'iniziativa di una guerra, in
passato si sono adoperati a presentare le loro azioni militari come risposte
legittime. Gli attentati dell'11 settembre sono stati un'occasione d'oro.
6. Dall'orazione funebre alla guerra santa
Thierry Meyssan 41 2002 - L'Incredibile menzogna