Page 81 - Francesco tra i lupi
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Molte le stranezze. Tra il 2006 e il 2009 Decaminada aveva praticamente affidato la gestione economica
    dell’Idi  a  uno  sconosciuto  imprenditore  campano,  Giovanni  Rusciano.  Nel  2011  la  Asl  Roma3  aveva
    segnalato  alla  Corte  dei  Conti  che  l’Idi  avrebbe  richiesto  più  volte  rimborsi  per  le  stesse  prestazioni
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    mediche .
      Si scoprono società, alcune delle quali fittizie, utilizzate come vasi comunicanti per drenare denaro dall’Idi e
    dalla  Provincia  italiana  dei  Concezionisti:  “Elea  F.P.”,  “Elea  spa”,  “GI.Esse  Service”  (unico  proprietario
    Decaminada),  “Punto  immobiliare  srl”,  facente  capo  a  Decaminada.  In  Congo  il  manager  dell’Idi  ha
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    costituito  la  società  Ibos  II  per  lo  sfruttamento  del  petrolio .  Il  programma  Report  di  Milena  Gabanelli
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    documenta persino l’uscita dagli uffici di Decaminada di somme cash in una scatola di scarpe .
      Per  tutti  gli  indagati  l’ipotesi  di  reato  è  associazione  a  delinquere,  appropriazione  indebita,  emissione  di
    fatture per transazioni inesistenti. Sotto gli occhi del papa, quello che a Roma è stato un gioiello di eccellenza
    ospedaliera  ecclesiastica  nel  campo  della  dermatologia  e  dell’oncologia  si  avvia  ad  essere  battuto  all’asta.  Il
    debito è arrivato a settecentocinquanta milioni di euro.
      Francesco ha parlato spesso contro le ruberie, le tangenti, quelli che evadono le tasse e poi vogliono cavarsela
    presentandosi come benefattori della Chiesa. Una mattina di settembre – alla messa in Santa Marta – la sua
    predica  contro  l’idolatria  del  denaro  è  stata  particolarmente  accorata.  L’attaccamento  ai  soldi,  ha  detto,
    allontana da Dio. «Il denaro ammala il pensiero, ammala la fede...». Succede anche nella Chiesa, ha soggiunto.
    L’amore per il denaro fa commettere peccati a sacerdoti e vescovi. E se l’avidità prende il sopravvento, gli
    uomini diventano «corrotti nella mente... [rischiano di] considerare la religione come fonte di guadagno». Il
    Signore,  ha  concluso  Francesco,  «aiuti  tutti  noi  a  non  cadere  nella  trappola  dell’idolatria  del  denaro».
    Durissimo, in questo caso, anche il monito papale sui corrotti «lontani dal popolo», pronunciato alla messa per
    i parlamentari italiani.
      È  una  battaglia  improba.  In  Italia,  e  particolarmente  a  Roma,  un  sottobosco  ecclesiastico-affaristico  ha
    prosperato  da  quando  è  nato  lo  Stato  della  Città  del  Vaticano  l’11  febbraio  1929.  Sradicarlo  è  una  sfida
    superiore alle forze di un uomo solo.
    237  C. Anderson, Notice and Memorandum, 24.05.2012.
    238
        Corte di appello di Roma, Sentenza sul caso Calvi, 7.05.2010.
    239
        A. Tornielli, «www.lastampa.it», 12.03.2013.
    240
        M.E. Vincenzi, «la Repubblica», 28.03.2013.
    241  «www.ilfattoquotidiano.it», 28.03.2013.
    242
        M. Lillo, «Il Fatto Quotidiano», 18.09.2013.
    243
        Ibid.
    244
        Ibid.
    245  D. Lusi, M.E. Vincenzi, «la Repubblica», 9.10.2013.
    246
        M. Lillo, V. Pacelli, «Il Fatto Quotidiano», 6.09.2013.
    247
        M. Lillo, «Il Fatto Quotidiano», 7.09.2013.
    248
        F. Sarzanini, «Corriere della Sera», 5.09.2013.
    249  C. Bonini, «la Repubblica», 6.09.2013.
    250
        «Radio vaticana», 24.04.2013.
    251
        Francesco, Omelia a Santa Marta, 11.06.2013.
    252
        F. Marchese Ragona, «Il Giornale», 14.04.2013.
    253  M. Politi, «Il Fatto Quotidiano», 15.09.2013.
    254
        Francesco, Conferenza stampa, 28.07.2013.
    255
        Istituto Opere di Religione, Rapporto annuale 2012.
    256
        M. Politi, «Il Fatto Quotidiano», 15.09.2013.
    257  G. Nuzzi, Vaticano Spa, Chiarelettere 2009.
    258
        A. Tornielli, «www.lastampa.it», 28.06.2013.
    259
        E. Fittipaldi, «L’Espresso», 16.08.2013.
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