Page 74 - Francesco tra i lupi
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un giorno ad uno sportello della Banca Prossima a Roma, versando sul conto della scuola del suo istituto
centocinquantamila dollari in mazzette da cento con fascette timbrate Ior. L’Uif definisce le somme «non
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adeguatamente giustificate» per entità ed origine .
Nel 2010 la procura di Roma ha messo sotto sequestro ventitré milioni di euro su conti Ior presso il Credito
Artigiano e la Banca del Fucino per inosservanza della normativa anti-riciclaggio. L’indagine giudiziaria
scopre un’intensa attività dello Ior sulla filiale di Milano della banca JP Morgan di Francoforte. Su richiesta
dell’Uif la JP Morgan chiede delucidazioni alla banca vaticana. Non ottiene risposte adeguate. A una
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successiva richiesta su undici casi precisi, lo Ior fornisce nuovamente risposte elusive .
L’inchiesta ha fatto emergere fatti bizzarri. L’arcivescovo emerito di Urbino, mons. Francesco Marinelli, ha
eseguito nell’arco di tre settimane sei bonifici per una somma complessiva di un milione e centomila euro dal
proprio conto Ior presso la JP Morgan. Beneficiari sono quattro suoi parenti. La banca americana domanda
all’istituto vaticano informazioni circa «origine dei fondi... congruità con l’attività svolta [dall’autore dei
bonifici]... eventuale provenienza da soggetti terzi» e a quale titolo vengano fatti i bonifici. Lo Ior non si degna
neanche di rispondere. Tenuto conto che un vescovo percepisce uno stipendio mensile tra i milletrecento e al
massimo i milleottocento euro lordi risulta difficile immaginare una disponibilità di oltre un milione di euro.
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Al giornalista, che sollecita un commento, mons. Marinelli risponde: «Non so nulla di tutto questo» .
I responsabili dell’indagine, il procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e i pm Stefano Fava e Stefano
Pesci, scrivono che nel sistema Ior regna una confusione totale: «Le somme depositate su un conto Ior ben
possono venire prelevate da un qualsiasi altro rapporto di conto corrente intrattenuto dal medesimo istituto e
con le più disparate modalità esecutive... emerge non solo un’incertezza sulla destinazione delle somme – già
di per sé motivo di allarme ai fini anti-riciclaggio – ma soprattutto l’esistenza di un meccanismo per cui anche
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i passaggi intermedi non possono essere monitorati dalle autorità di vigilanza» . Dal 2009 al 2012 transitano
sul conto Ior di JP Morgan un miliardo e trecentosessantuno milioni di euro, ma per evitare controlli da parte
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delle autorità di vigilanza ogni sera il conto viene azzerato . JP Morgan decide di interrompere i rapporti con
la banca vaticana e chiude il conto nel 2012.
Sono tutti dettagli che appaiono a cascata sui media mentre Francesco già governa. Offrono il quadro di un
groviglio di affari opachi, in contrasto stridente con il profilo della «Chiesa povera per i poveri», desiderata dal
papa.
Nell’ambito di un’inchiesta su Finmeccanica, arriva alla stampa una massa di e-mail di Gotti Tedeschi, da
cui emerge uno scenario vaticano ancora più deprimente per il pontefice argentino. Riguardano intrighi
politico-economici, lontanissimi dalla missione della Chiesa. Un’e-mail di Gotti, indirizzata all’assistente di
Bertone don Lech Piechota, tratta del rinnovo della carica di amministratore delegato della Sogin, società del
gruppo Finmeccanica che opera nel settore nucleare. Per conto di un esponente dell’allora governo
Berlusconi (probabilmente il ministro Giulio Tremonti) Gotti vuole sapere confidenzialmente se un certo
candidato è effettivamente «gradito» alla segreteria di Stato e «vicino» al vescovo di Trieste monsignor
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Crepaldi. Gotti aspetta un «suggerimento» .
Un’altra e-mail, sempre mandata al segretario di Bertone, riguarda la candidatura di Lorenza Lei alla
direzione generale della Rai. Ci sarebbero ostacoli, scrive Gotti, sia per l’imprudenza della Lei sia per la
posizione della Lega che vuole più spazio in Rai. «Risulta che la dottoressa Lei avrebbe in un paio di occasioni
“sussurrato” che il “cardinal Bertone ha ricevuto assicurazioni da Berlusconi sulla sua nomina”...
dichiarazioni [che] hanno provocato una certa opposizione interna ed esterna». Lorenza Lei, molto legata
anche al presidente della Cei Bagnasco, riuscirà effettivamente a diventare direttore generale della tv pubblica
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per un anno .
Dalle e-mail emerge che il malaffare in Vaticano, denunciato da mons. Viganò, non era una fantasia. Gotti
Tedeschi comunica al cardinale Bertello, presidente del governatorato vaticano, i risultati di un’indagine
riservata. Verifiche a campione hanno «evidenziato scostamenti tra i prezzi pagati dal governatorato verso i
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prezzi di mercato dal 50 al 150 per cento in più». Ci sono anche situazioni di conflitto di interessi . Vengono
alla luce ulteriori dettagli delle manovre vaticane per evitare con il ministro Tremonti il pagamento degli
arretrati – a partire dal 2005 – della tassa Ici sugli immobili ecclesiastici in cui si svolge anche attività
economica.