Page 16 - Riflessologia della memoria
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parte di noi si trascina dietro una quantità incredibile di condizionamenti, paure, limiti e, a
volte, anche disturbi fisici derivanti da traumi ed esperienze emotivamente dolorose o
stressanti. Accettare un trauma come una preziosa lezione è più facile a dirsi che a farsi.
Quando il peso si fa troppo grave la tentazione è quella di buttare tutto dietro alle spalle,
facendo finta che nulla sia successo. Ma anche questo non funziona quasi mai: non si dimentica
a comando. D'altra parte rimuovere, dimenticare, cancellare sarebbe come voler strappare una
pagina dal Libro della Vita. Una pagina... magari due, tre, quattro...
Già, ma non è neanche così che vanno le cose. Ogni pagina è legata alle altre, strettamente
concatenata e, anche potendone eliminare qualcuna, non risolveremmo i nostri problemi. Se
leggessimo con attenzione questo diario, potremmo scorgere le tracce di un evento doloroso
già molte pagine prima che esso si verifichi, a volte persino interi capitoli prima, come se una
serie di piccoli, apparentemente insignificanti presupposti ci avessero inesorabilmente
condotto sino a quel preciso punto. Dopo che il funesto evento si è verificato, esso semina le
sue grandi e piccole ripercussioni nel corso di interi capitoli futuri, quasi a caso. Perciò,
anche strappando la pagina incriminata, non ci libereremmo affatto di tutto il corredo che
anticipa e segue l'evento doloroso!
In pratica, non possiamo eliminare un brutto ricordo. L'unico sistema veramente efficace per
superare un trauma è quello di liberare la carica emotiva negativa imprigionata in esso e
recuperare la quota di energia personale che abbiamo perso. Questo perché non è l'evento in
sé il vero e unico responsabile di tutti i problemi, bensì è il soggettivo impatto emotivo che
esso ha provocato in noi a rimanere impresso nel nostro essere.
Ma come agire per scaricare lo stress emotivo? Per prima cosa possiamo portare a galla ed
elaborare l'esperienza per poi “fare pace” con i nostri ricordi e gli eventuali fantasmi. Così
facendo si opera concretamente sulla memoria fissata in noi e nel nostro corpo. Si tratta, cioè,
di metabolizzare e trasformare lo stress psichico per modificare significativamente la
memoria. “Digerire” l'esperienza, dunque! In altre parole, è come mettere in atto un processo
che, sciogliendo i nodi del passato, permetta di riscattare la memoria incatenata. Soltanto a
questo punto saremo in grado di liberarci dall'ombra minacciosa di quel particolare evento
che aleggia sulla nostra testa.
La memoria imprigionata
Ogni manifestazione psichica positiva o negativa lascia la sua impronta energetica nella
materia e il nostro corpo non fa eccezione. Quindi anche ogni trauma che viviamo si imprime
nel nostro corpo e vi rimane imprigionato. Questa caratteristica, dai risvolti apparentemente
poco piacevoli, ci offre, però, una specie di porta per accedere agli eventi dolorosi che ci
portiamo appresso. Un ingresso che può aiutarci a promuovere quel processo di
metabolizzazione di cui abbiamo poc'anzi fatto cenno.
Nel corso delle nostre ricerche, ci siamo imbattuti in un incredibile meccanismo somatico di
archiviazione dei dati, proprio dell'essere umano. E, partendo da questo lavoro, abbiamo
elaborato la Dinamica del Ricordo, un sistema di cronoriflessologia che potenzia