Page 37 - Meditazione sui colori
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14. LA TRASCENDENZA DEL VIOLA
Il viola è il terzo colore secondario e l’ultimo dello spettro solare, all’estremo limite dei
colori visibili e prossimo alle radiazioni ultraviolette.
Nasce dall’unione della materialità del rosso con la spiritualità del blu, assommando in sé
idealmente i valori e le esperienze simboleggiati da tutti gli altri colori, compresi tra i due che
lo costituiscono. Il rosso, infatti, rappresenta l’energia vitale, il calore del sole, la nascita,
l’inizio, mentre il blu è sentito come il suo contrario, cioè la fine del giorno, la notte, il freddo
e la morte.
Il ciclo della vita, dunque, dall’alfa all’omega, parrebbe concluso, eppure dall’unione di
due elementi contrari, uno maschile, esotermico e centrifugo, l’altro femminile, endotermico e
centripeto, scaturisce una nuova dimensione, un colore che a prima vista sembra anomalo,
perché nell’ordine naturale dell’Iride non è situato, come gli altri, tra i due primari, che,
sovrapponendosi nella loro linea di contatto, generano il secondario: l’arancione, infatti, si
trova tra il rosso e il giallo; il verde tra il giallo e il blu; il viola invece tra il blu-indaco e…:
qui i colori dell’arcobaleno finiscono, almeno così sembra. Ma perché il blu possa attingere al
rosso bisogna che i due estremi si tocchino, suggerendo una visione circolare e ciclica della
vita.
Allora ecco che il viola si pone tra la fine e l’inizio, tra la morte e la vita: rappresenta così
la dimensione in cui si entra lasciando il corpo fisico e da cui si esce per una nuova
incarnazione. Il viola infatti simboleggia l’Aldilà e per questo è il colore dei paramenti
funebri: non come segno di lutto e di assenza, a cui presta la sua dolorosa passività il nero, ma
come segno di passaggio a un diverso piano di esistenza,
Il viola, dunque, come ultimo gradino della scala evolutiva dei colori-valori, indica
l’innalzarsi della coscienza oltre l’umano e il suo ingresso nel divino. È il colore della
trasformazione, della trascendenza, del mistero, dell’essenza e dell’altissima spiritualità.
Il suo raggio, che ha le maggiori proprietà energetiche (e terapeutiche) dello spettro
visibile, è simbolo della dimensione dello Spirito, del passaggio dalla conoscenza percettiva
a quella oggettiva, in cui avviene la piena identificazione con l’esistenza. Qui il sentire non è
più, come a livello del verde, limitato a un senso di profonda comunione con il genere umano,
ma, abbracciando ogni forma vivente, diviene “divino slancio d’amore”.
Per il suo carattere esotermico possiamo rappresentare il rosso, secondo la simbologia dei
chakra, come un triangolo “maschile”, cioè con la punta rivolta verso l’alto (“triangolo
igneo”), e il blu invece, per il suo carattere endotermico, come un triangolo “femminile”, cioè
con la punta rivolta verso il basso (“triangolo acqueo”): sovrapponendo i due triangoli per
generare il viola, otteniamo l’esagramma, o “stella di David”, che è simbolo dell’interazione
profonda tra materia e spirito, quindi dell’equilibrio cosmico e in particolare della
costituzione del mondo; sul piano dell’evoluzione umana è icona della raggiunta coscienza di