Page 33 - Meditazione sui colori
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12. L’EROS DELL’ARANCIONE









      Il primo dei tre colori secondari è l’arancione, prodotto dalla mescolanza in parti uguali del
      rosso e del giallo. Si può definire un colore intermedio, in quanto, collocandosi tra i due che
      lo  compongono,  ne  assomma  le  caratteristiche,  mentre,  in  chiave  simbolica,  sviluppa  le
      proprietà del primo e anticipa quelle del secondo.
         Se, infatti, il rosso corrisponde all’inizio della vita terrena, all’incarnazione, e comporta il
      problema dell’ambientazione, del radicamento, della stabilità con cui affrontare l’esperienza

      esistenziale, con l’utilizzo delle energie primarie, erompenti e spesso travolgenti, l’arancione
      segna invece l’inizio della strutturazione della personalità, tramite un rapporto di sinergia tra
      corpo (rosso) e mente (giallo).
         Si  avvia  qui  la  formazione  dell’io  attraverso  il  contatto  con  l’altro.  Di  conseguenza
      entriamo nella fase dell’Eros, intesa come attrazione sessuale e idealizzazione sentimentale: il
      termine  “innamoramento”  esprime  con  chiarezza  questo  particolare  momento  di  “ingresso

      nell’amore”, fonte di slanci dolcissimi e di amarissime lacrime, di ispirazioni poetiche e di
      trattati psicoanalitici.
         Di fatto è un momento formativo di fondamentale importanza, perché proprio grazie alle
      relazioni interpersonali incomincia a delinearsi l’identità individuale: le pulsioni narcisistiche
      ed  egoistiche  si  proiettano  inevitabilmente  sull’altro,  che  diventa  così  strumento  dei  primi
      livelli di autoconoscenza.
         L’arancione  è  perciò  il  colore  della  “scoperta  del  mondo”,  dell’euforia,  della  gioia  di

      vivere  e  in  particolare  della  sessualità.  La  forza  della  passione  fornisce  carburante  alle
      dinamiche psicologiche dell’io; istinto e intelletto si contemperano e spesso confondono in
      romantiche  idealizzazioni,  in  precari  equilibri  psicologici,  in  cui  tuttavia  si  fa  strada
      un’energia costruttiva, sia fisica che mentale, che avvia il processo evolutivo della coscienza,
      il  quale  non  può  prescindere  dall’amore.  Nella  cultura  giapponese  e  cinese  l’arancione  è
      associato all’amore e alla felicità.

         È  il  colore  della  crescita,  indossato  da  Dioniso,  genio  della  linfa,  del  rinnovamento
      primaverile  e  della  fecondità:  se  il  rosso  richiama  l’immagine  del  sole  fermo  sulla  linea
      dell’orizzonte, che separa e insieme unisce due realtà opposte, l’invisibile e quella manifesta;
      se il giallo rappresenta il sole che splende alto in tutto il suo fulgore, l’arancione simboleggia
      invece il sole nascente, che reca in sé l’energia del nuovo giorno, il rinnovarsi del prodigio
      stesso  della  vita,  il  cui  incanto  resta  inciso  sulla  tomba  del  faraone  Eye,  successore  di
      Tutankhamon :


      Apparisti in bellezza sull’orizzonte del cielo,

      o Atòn vivente, che fosti il principio di vita!
      Quando ti levasti sull’orizzonte a oriente,
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