Page 29 - Meditazione sui colori
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10. LA SOLARITÀ DEL GIALLO









      Il giallo è il secondo colore primario, solare per eccellenza e quindi simbolo della chiarezza
      mentale, della facoltà intellettiva. È il colore più vivo, il più simile alla luce del sole, perciò
      associato alla “luce della conoscenza”, di conseguenza alla memoria e allo studio, funzioni
      della parte sinistra del cervello.
         Ci troviamo qui nel campo della razionalità, che, se incanala in modo costruttivo le energie
      vitali  del  rosso,  può  sviluppare  fiducia  nelle  capacità  personali  e  una  visione  positiva  e

      ottimistica dell’esistenza, fino ad approdare al giallo-oro della saggezza.
         Il regno della mente è la dimora dell’io, della complessità e ricchezza psicologica e della
      dimensione relazionale. L’identità, che è andata via via strutturandosi attraverso il rapporto
      con  gli  altri,  durante  quella  fase  necessariamente  egoistica  e  narcisistica  rappresentata
      dall’arancione, raggiunge qui la sua pienezza, la sua maturità.
         Accade  come  nel  mito  mesopotamico  di  Gilgamesh,  quando  l’eroe,  in  cammino  nel

      misterioso regno sotterraneo dell’Occidente alla ricerca del segreto della vita eterna (che in
      termini  cromatici  potremmo  identificare  con  il  viola),  esce  finalmente  dal  lungo  tunnel,
      percorso ogni notte dal sole per affacciarsi di nuovo ad Oriente, e sbuca nel giardino delle
      pietre preziose, che brillano sugli alberi come frutti: egli si trova allora nella pienezza della
      luce ed è proprio il Sole che lo ammonisce a non andare oltre, dicendogli che quello è il punto
      di arrivo e la massima ricchezza dell’uomo.
         È il luogo della conquista dell’io, del compimento della volontà, dell’autorealizzazione, ed

      è singolare la coincidenza con il nome sanscrito del terzo chakra, associato al giallo e situato
      in corrispondenza del plesso “solare”: Manipura, cioè «città dei gioielli».
         Questi gioielli sono le facoltà dell’io, che permettono di brillare nel mondo sociale e di
      influenzare  gli  altri,  agendo  su  di  loro  con  il  potere  dell’intelligenza,  il  fascino  della
      personalità, la forza della persuasione e persino della manipolazione.
         Lo  splendore  del  giallo  indica  dunque  un  punto  di  arrivo,  una  capacità  intellettiva  e

      conoscitiva che fuga le tenebre dell’ignoranza: è la sede del pensiero, la culla della scienza.
      Eppure, come ogni fase del processo evolutivo della coscienza, è anche un nuovo punto di
      partenza.  Infatti  la  sua  precipua  qualità,  la  gemma  fra  tutte  più  splendente,  consiste
      nell’intrinseco  dinamismo  che  spinge  incessantemente  alla  ricerca  del  nuovo  e  del
      cambiamento.
         Il  giallo  è  una  soglia  che  al  suo  massimo  grado  abbaglia,  proprio  come  il  sole,  perché
      introduce in quella dimensione qualitativamente diversa che è la capacità di donarsi agli altri,

      cioè il vero amore, simboleggiato dal verde, inteso non più come affermazione dell’io, ma
      superamento  dei  propri  limiti  egoistici  e  narcisistici.  In  questo  passaggio,  presagito  nel
      desiderio  di  cambiamento,  avviene  effettivamente  un  salto  qualitativo,  una  vera  e  propria
      rivoluzione copernicana: è l’evangelico chicco di frumento che muore perché possa crescere
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