Page 28 - Meditazione sui colori
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In  effetti  vivere  la  dimensione  esteriore  e  la  materialità  non  come  componente  di  una

      dualità,  bensì  come  un  assoluto,  implica  una  visione  riduttiva  della  realtà,  che  favorisce
      egoismo, istinto di potenza fino alla brutalità. Di conseguenza il rosso diventa il colore della
      collera  («Vedo  rosso!»)  e  della  volontà  di  assoggettare  il  mondo  seguendo  la  logica  del
      profitto, dell’impudenza che oltrepassa i divieti (simboleggiati nella segnalazione stradale con
      lo stesso colore proprio per indicare pericolo).
         Ma il rosso può anche essere il segno di una valida capacità operativa (per esempio la
      carica aggressiva convertita in abilità da un buon chirurgo) e persino di virtù, come sentenziò

      Aristotele  a  proposito  del  pudore.  Si  racconta  infatti  che  il  grande  filosofo,  mentre  stava
      tenendo  una  lezione  ai  suoi  allievi,  ne  interrogò  uno  per  verificare  se  avesse  capito  la
      spiegazione e, poiché il ragazzo, non sapendo rispondere, arrossì, tutti si misero a ridere. Il
      maestro  allora  non  rimproverò  lui,  ma  i  suoi  compagni,  dicendo:  «Osservate  bene  questo
      colore, perché è il colore della virtù!».
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