Page 31 - Meditazione sui colori
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11. LA SPIRITUALITÀ DEL BLU
Il terzo colore primario è il blu: se nei due colori precedenti l’immagine che campeggia è
quella calda del sole, qui invece ci troviamo immersi nel fresco del cielo, che infonde calma e
serenità, e del mare, simbolo di profondità e di accoglienza.
Con il blu lasciamo il piano esteriore della materia e dell’io ed entriamo in quello interiore
dello spirito e delle facoltà mentali superiori.
Il cielo evoca vastità e trascendenza, tanto che l’uomo ne ha sempre fatto dimora della
Divinità. La purezza dell’azzurro, specie nelle prime ore del mattino, suscita un sentimento di
elevazione, sembra smaterializzare e assorbire in sé chi la contempla, liberandolo dai limiti
dello spazio e del tempo, mentre la trasparenza diviene immagine della verità e di apertura
verso una dimensione misteriosa che tuttavia pare prossima a svelarsi.
L’ampiezza dello spazio che si apre ai nostri occhi reca in sé suggestioni di infinito, di
immortalità, di eternità e del significato che sta “sopra” a tutto quanto accade e si svolge
“quaggiù”.
Il blu favorisce il contatto con il Divino. Nella simbologia dei chakra è il colore del mistico
loto dell’amore e della conoscenza intuitiva, che sboccia nel cuore e reca illuminazione alla
mente, rappresentato dallo zaffiro, splendida pietra blu-azzurra. Analogamente nel buddismo
tibetano il blu è simbolo della saggezza suprema, che libera dal velo delle illusioni e permette
di sperimentare il “grande vuoto”.
L’energia endotermica e centripeta di questo colore richiama qualità femminili di
accoglienza, di fiducia e di protezione, nella iconografia cristiana rappresentate dal manto
della Madonna, tanto che l’azzurro è associato alla sua stessa figura.
Altezza e profondità, dunque, accoglienza ed abbandono alla volontà del Divino,
trascendenza e liberazione, ma per salire bisogna scendere, immergersi nella propria
interiorità: ed ecco l’immagine del mare, che riflette il colore del cielo, a significare la
necessità di esplorare l’abisso che è in noi per giungere alla consapevolezza. Non a caso
l’elemento che bisogna attraversare, l’acqua, per la sua fluidità e non forma è un archetipo,
istintivamente percepito come simbolo dell’inconscio, ma anche dell’essere femminile.
È quindi il colore della meditazione, intesa non come riflessione, che ci riporterebbe al
giallo e al piano della mente, bensì come un’esperienza di purificazione dai pensieri e di
comunicazione non razionale con una dimensione di puro sentire, che non ha confine,
simboleggiata appunto dalla volta celeste e dalla distesa marina.
Anche qui è significativo il riscontro con il chakra della gola, associato al blu e alla
creatività, alla comunicazione verbale e all’ascolto, il cui nome sanscrito, Vishuddhi, vuol
dire «purificazione».
E in effetti l’atteggiamento interiore che suggerisce questo colore è in definitiva l’ascolto:
«sulla spiaggia dei mondi infiniti», per usare una suggestiva immagine di una poesia di Tagore,