Page 27 - Meditazione sui colori
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9. LA MATERIALITÀ DEL ROSSO









      Il  rosso  è  il  primo  dei  tre  colori  primari  e  come  tale  va  considerato  perché,  associato  al
      sangue,  simbolicamente  rappresenta  il  corpo,  la  materialità,  quindi  l’inizio  dell’esistenza
      terrena e la vita stessa.
         È il primo colore dello spettro solare e, poiché si trova al confine tra le realtà invisibili e il
      mondo  visibile,  assume  il  significato  di  incarnazione,  manifestazione  che  ha  in  sé  tutte  le
      energie e potenzialità destinate a svilupparsi e configurarsi.

         Per la sua natura esotermica e centrifuga esprime un’intensa carica di dinamismo, di attività
      pratica, di azione e di passione. È erroneamente considerato il colore dell’amore (in realtà
      corrispondente,  come  vedremo,  al  verde),  proprio  perché  questo  sentimento  implica  una
      componente  passionale,  ma  esso  simboleggia  piuttosto  l’istinto,  il  desiderio,  le  pulsioni
      sessuali.
         È  la  prima  spinta  che  ogni  essere  riceve  a  cercare  l’altro,  incamminandosi

      inconsapevolmente in quella direzione, destinata a diventare sempre più consapevole, che è
      l’unione, il sentirsi parte di un tutto, in cui l’amore acquisterà valore di dimensione più che di
      sentimento,  e  tanto  meno  di  passione.  L’istinto  sessuale  racchiude  insomma  in  sé  un
      suggerimento e una meta che l’essere nella sua esperienza terrena persegue inizialmente a sua
      insaputa.
         Questa è la valenza positiva del rosso, che rappresenta dunque la dimensione esteriore, la
      materia,  come  manifestazione  di  una  forza  superiore  che  la  pervade  ed  anima,  in  quanto

      espressione dello spirito. Non a caso la fusione dei due colori primari estremi nel ventaglio
      dello  spettro  solare,  che  simbolicamente  sarebbe  più  significativo  immaginare  come  una
      circonferenza, cioè del rosso (materialità) e del blu (spiritualità), genera il viola, che indica la
      trascendenza, il più profondo e insondabile livello dello Spirito, la dimensione inscindibile
      dell’Essenza, dell’Uno.
         Quale termine di questa apparente dualità l’immagine emblematica è quella del sole rosso

      tagliato a metà dalla linea dell’orizzonte, che in certe belle fotografie fa sorgere il dubbio se si
      tratti di un’alba o di un tramonto (tanto l’inizio e la fine si assomigliano!).
         Sul  piano  dell’esperienza  terrena  dunque  il  rosso  esprime  attività  dinamica,  capacità  di
      agire,  desiderio  di  conquista  e  combattività,  ma,  se  la  spinta  è  eccessiva  e  soprattutto  non
      arginata, incanalata e governata dalla facoltà razionale, la sua energia diventa distruttiva e si
      tramuta in aggressività, violenza e brama smodata di piacere e di potere.
         Da qui l’ambivalenza di questo colore, usato per rappresentare tanto l’aspetto regale (si

      pensi al mantello dell’imperatore e al laticlavio dei patrizi romani) e divino (la lampada rossa
      posta  davanti  al  tabernacolo  nella  chiesa  cattolica  segnala  la  presenza  di  Cristo  incarnato
      nell’eucaristia), quanto l’aspetto crudele e infernale (il diavolo per tradizione è rosso come le
      fiamme dell’inferno).
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