Page 42 - La coppia intrappolata
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28 2 Anatomia dell’aggancio nevrotico
2 di essere quello che sentivo dentro di me. Anche qui non ce l’ho fatta.
Ho sprecato un altro periodo della mia vita e oggi me ne rammarico…”.
Crescendo, Giovanni, si rendeva conto che nell’ambito delle relazioni sociali diventava sempre più
introverso, evasivo ed emotivamente limitato.
Era come se avesse inconsciamente scoperto un nuovo sillogismo: quanto più si mostrava non coin-
volto e inespressivo, tanto meno avrebbe potuto essere criticato o rifiutato.
Questi modelli di comportamento aumentarono gradualmente per tutta l’adolescenza, così che la
costante che lo ha accompagnato nel corso della sua vita è stata questa continua sensazione di
repressione emotiva. Il dolore muscolare al petto non era nuovo, già in alcune fasi della sua vita
aveva potuto sperimentarlo, ma non gli aveva mai dato il giusto valore.
“…Solo ora comincio a rendermi conto che forse con quel dolore il corpo voleva segnalarmi qualco-
sa… qualcosa che non ho capito in tempo… del resto non ci sto capendo niente neppure adesso…”.
Ricorda di essere sempre stato moderato, con un’autodisciplina portata a volte all’eccesso, per
esempio nella rigida alimentazione associata al costante impegno sportivo che è sempre stato fonte
di tante rinunce e sofferenze; oppure nel presentarsi anche con gli amici sempre impeccabile, cura-
to nei minimi dettagli.
Le persone che lo conoscono lo descrivono come una persona affidabile, di buona educazione e per-
severante. Non gli è mai piaciuto essere al centro delle attenzioni, addirittura non andava neppure
a ritirare i premi alla fine di alcune gare sportive, adducendo che non era necessario.
Da psicoterapeuta l’idea che cominciava a confermarsi dentro di me, grazie a tante altre nozioni
anamnestiche che avevo reperito dai colloqui clinici e a test psicometrici eseguiti, come lo SCID II
(Intervista clinica strutturata per il DSM-III-R Disturbi della personalità), era di una personalità rigi-
da, perfezionista, dogmatica, seria, moralista, inflessibile.
Il suo orientamento di personalità si configurava nell’ossessivo-compulsivo per il suo rigore di
intransigenza e rigidità nei confronti degli impegni che aveva intrapreso anche a discapito di un
vivere più tranquillo e leggero. Tutto doveva essere preso di petto, soprattutto il dovere a discapito
sempre del piacere. Mano a mano prendeva corpo dentro di me il piano psicoterapeutico e la griglia
di lavoro che avrei potuto seguire. Una personalità irresoluta ed emotivamente e cognitivamente
bloccata.
Circa la sua vita affettiva Giovanni è sempre stato molto riservato. Aveva avuto tempo addietro,
prima di quella con la ex-moglie Monica, una storia importante con una giovane donna di nome
Pamela. Fu una relazione che durò cinque anni e che si concluse a causa di una sua scarsa convinzio-
ne nel rapporto. Era un po’ difficile da definire la natura di questo rapporto, almeno per quanto
riguarda la logistica, non era proprio una convivenza perché in fondo mantenevano entrambi le loro
rispettive case, ma non la si poteva neppure non definire una convivenza perché poi in realtà aveva-
no preso una casa insieme e in questa ci vivevano nei fine settimana, durante le vacanze e nei perio-
di festivi, mentre il resto del tempo lo trascorrevano separatamente ognuno nella propria abitazio-
ne. Pamela era più piccola di lui di qualche anno. Era stato coinvolto da lei per la sua leggerezza,
spontaneità e freschezza.
“…Anche con Pamela ho sbagliato tutto, forse se solo mi fossi saputo decidere a quest’ora avrei
una famiglia con lei. In fondo è quello che mi ripeteva sempre e che forse mi ha messo in crisi, fino