Page 40 - La coppia intrappolata
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26                                             2  Anatomia dell’aggancio nevrotico


   2        fosse qualche lettore che è coinvolto in un aggancio nevrotico e ne è ignaro potreb-
            be avere l’opportunità di identificarsi e rendersene maggiormente consapevole.


               Il caso di Giovanni
               Giovanni, 45 anni, brillante, sereno, realizzato professionalmente, con una discreta e attiva vita
               sociale, pieno di hobby e interessi, grande sportivo, iniziò a vivere il suo dramma dal momento della
               sua separazione coniugale.
               Ormai erano trascorsi sei mesi, un tempo che, in base alla prospettiva dalla quale li si voleva vede-
               re, potevano sembrare pochi, così come un’eternità.
               Intraprese la psicoterapia su consiglio del suo medico di base, in seguito a un recente aggravamen-
               to di un radicato problema somatico, la cui manifestazione era un acuto senso di dolore muscolare
               allo sterno. Nonostante avesse effettuato diversi esami fisici, questi comunque non riuscivano a giu-
               stificare l’intensità del dolore di cui soffriva. Il dolore era talmente acuto che gli impediva di recarsi
               a lavoro e questo accadeva in un periodo delicato in cui stava lavorando a un importante e difficile
               progetto. Era dimagrito di dieci chili. Non dormiva più e neppure ricordava da quanti giorni ciò acca-
               desse. Il suo viso tracciava segni di una sofferenza palpabile.
               Quando uno psicoterapeuta crea il setting con il paziente è importante considerare, oltre a ciò che il
               paziente riferisce verbalmente, tutto il linguaggio del corpo del paziente stesso. La comunicazione
               non verbale è un ottimo rivelatore di tutta una serie di aspetti che solo con la parola non potrebbe-
               ro emergere.
               Giovanni non riusciva più a condurre la sua solita vita sociale, non andava più al circolo sportivo. Per
               evitare di parlare con colleghi, conoscenti e amici aveva la segreteria telefonica attiva ventiquattr’ore
               su ventiquattro.

                 “…Ho iniziato a prendere seriamente in considerazione la possibilità di farmi aiutare quando ho
                 visto negli occhi di mia madre la sensazione di repulsione mentre mi diceva aspramente ‘ma hai
                 visto come ti sei ridotto? Non ti riconosco più come figlio! Tutto per una donna, fosse stata buona
                 almeno…’. Mi sono lasciato convincere dal mio dottore che i disturbi somatici che avvertivo, gli
                 attacchi di panico, la tachicardia, il tremore, l’irrequietezza che lamentavo potessero essere corre-
                 lati solo a livello di stress psicologico che sto sopportando da diversi mesi.
                 Ho un dolore al petto così lancinante che non mi permette di vivere.
                 Nella mia mente c’è solo lei, Monica, non capisco a tutt’oggi perché si è comportata così spietata-
                 mente con me, perché mi ha lasciato in questo modo?
                 La credevo simile a me, o almeno questo è stato quello che ho voluto vedere.
                 Forse è tutta colpa mia, non sono riuscito a tenermi neppure lei che ho desiderato tanto. Avevo pun-
                 tato tutto su di lei, per lei ho fatto tutto quello che non ho mai fatto con le altre donne, compreso
                 quello di sposarla.
                 Non merito di vivere, ma non ce la faccio a uccidermi, sono un vigliacco anche in questo... La colpa
                 è tutta mia”.

               Giovanni era nato e cresciuto in un paesino del meridione, era il più piccolo di due figli, con una
               sorella più grande di 10 anni, proveniva da una famiglia di classe media, conservatrice. Suo padre
               era un rappresentante di commercio che con la carriera era avanzato a direttore di zona.
               Il figlio lo descrive come un uomo bello, elegante, che girava con una bella macchina scura. Per lui
               costituiva il mito da emulare. Nella piccola provincia nella quale vivevano di certo un tipo così non
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