Page 24 - Manuale di autostima
P. 24
1.5. Autostima e aspetto fisico
Ed eccoci al punto cruciale. L’aspetto fisico, elemento in grado di metterebbe al tappeto
l’autostima di chiunque.
Una mia amica, Marta, aveva avuto, da piccola, un incidente mentre era in macchina con i
genitori e le sue due sorelle. Poteva andare molto peggio, nessuno si era fatto male in modo
serio, la mamma era dovuta rimanere in ospedale per una lesione allo sterno e a lei è rimasta
una cicatrice che parte dal sopracciglio, le attraversa la guancia e arriva quasi fino al mento,
nel punto in cui si era scontrata contro il parabrezza. Ma, ripeto, poteva andare molto, molto
peggio. Poche settimane fa, eravamo in pizzeria con degli altri amici. La fidanzata di uno di
loro, che non conosciamo da molto tempo, ha studiato medicina e, parlando con Marta, in
buona fede le ha suggerito: “sai, è un peccato che ti debba tenere quella cicatrice, quando ora
ci sono delle tecniche chirurgiche correttive per cancellarla, o renderla meno evidente. Ti sei
mai informata?”. Marta ha guardato la poveretta come se le fosse spuntato un terzo braccio in
mezzo al petto, e le ha risposto: “stai scherzando? È la mia cicatrice, fa parte di quello che
sono e della mia storia. Dovrei operarmi e cancellarla per fare contenta te?”.
Devo confessarti una cosa: se avessero fatto un commento del genere a me, probabilmente
sarei voluta tornare a casa mia di corsa e non farmi vedere in giro per almeno un mese. E, se
fossi stata costretta ad uscire, mi sarei sentita continuamente a disagio. Magari, fino a quel
momento, non avevo dato così tanta importanza al fatto che il mio viso fosse attraversato da
una cicatrice, ma ora che un’altra persona l’aveva notata, e l’aveva detto a voce alta,
sarebbe stato come aprire il vaso di Pandora. Tutte le mie paure sarebbero venute a galla, e
avrei passato giorni, giorni e ancora giorni a domandarmi in quanti, prima di allora, l’avevano
notata.
Vorrei proporti, se hai voglia, un esperimento. Prova a fare una ricerca in internet digitando
“luoghi comuni” (io l’ho già fatto, quindi parto avvantaggiata, lo ammetto) e scoprirai, a parte
grandi verità come “non ci sono più le mezze stagioni”, “l’aria della campagna è più pulita” e
“la Juventus paga gli arbitri”, che più della metà dei luoghi comuni e dei modi di dire si
riferiscono all’aspetto fisico delle persone. Ce ne sono di veramente bellissimi, oltre che di
conosciuti, come:
chi ha i capelli rossi è di indole aggressiva; chi è di incarnato pallido è sicuramente anemico;
le ragazze robuste sono simpatiche; mentre quelle magre sono sciocche (peggio ancora se sono
anche bionde); in cambio, le persone calve sono intelligenti; e lo sono anche le persone con gli
occhiali (quindi, per estensione, immagino che una persona calva e miope sia un genio).
Proviamo a ragionare insieme su questo. Cosa ci dicono queste affermazioni? Nulla. Se
dovessimo dargli credito, Einstein non doveva poi essere così intelligente, dal momento che
aveva una criniera di capelli e non portava gli occhiali. E secondo quale studioso il colore dei
capelli influirebbe sull’indole e il carattere di una persona? Inoltre, perché una ragazza in
carne non dovrebbe avere il diritto di essere acida, scontrosa e pettegola, anziché gioviale e
simpatica? Tutto questo ci dice solo che per le persone l’aspetto fisico ha un grande
valore. Soprattutto l’aspetto fisico altrui. Non so il tuo punto di vista, ma io trovo molto