Page 178 - Il grande dizionario della metamedicina
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comportare la sordità.
In un adulto:
Sento o dico a me stesso cose che mi provocano tristezza?
Per esempio: «Non posso costruire la mia felicità sulla sofferenza degli altri!»
In un bambino:
Cos’è che il bambino può sentire e creargli contemporaneamente rabbia e tristezza? Sono forse i conflitti tra i
genitori?Forse vorrebbe sentire la voce della madre invece che quella di un’altra persona?
OVAIE:è grazie alle ovaie che le donne possono donare la vita, dunque esse rappresentano la creatività. Questa può
riguardare sia il proprio figlio sia quello che consideriamo come «il nostro bambino», parlando di un’opera che
abbiamo realizzato o di un progetto riguardante la creazione di qualcosa.
I dolori alle ovaie possono anche provenire da preoccupazioni per il proprio figlio o per un progetto a cui si vuole
dar vita.
→ Dolori alle ovaie: sono per lo più in relazione con una sofferenza che riguardasia la possibilità di aver
figli,sia«il proprio bambino»intesocome creazione o progetto.
Mentre scrivevo questo libro sono stata condotta a vedere il libro che uno dei miei studenti aveva realizzato. Vi ho
ritrovato molte frasi che avevo pronunciato in occasione dei miei seminari o che avevo scritto nei miei libri.
Ho avuto molto dolore all’ovaia sinistra e ho detto al mio compagno: «Ohi! Ho male alla mia creatività!»
Me ne sono liberata accettando che il furto impoverisce e il dono arricchisce. Mi era facile constatare tutta la
creatività che avevo ricevuto donandone altrettanta ai miei studenti, mentre lui doveva attingere all’ispirazione degli
altri.
Mi affliggo perché non riesco a rimanere incinta?
Sono preoccupata per mio figlio o per il progetto a cui tengo?
Mi sono sentita offesa o ferita in ciò che riguarda la mia creatività?
→ Ciste alle ovaie: ha come effetto quello di aumentare la produzione di estrogeni. Si tratta di una soluzione
biologica in risposta al dolore per una perdita o per una grande delusione riguardante la propria capacità di
creazione (figlio o progetto). Può trattarsi di un aborto, della morte di un bambino, di una separazione da un figlio o
della difficoltà di procreare o diavviare un progetto a cui teniamo. Talvolta si vedono gli anni passare e si può
temere di non poter più avere figli o un secondo figlio se questo è il nostro desiderio.
Mi affliggo perché non ce la faccio a restare incinta o a realizzare un progetto che mi sta a cuore?
Una delle partecipanti ai miei seminari rimase stupita quando le dissi che una ciste ovarica è spesso legata al
desiderio di avere un figlio o di far nascere un’opera. Aveva appena avuto una grossa ciste all’ovaia sinistra. «Ero
separata e non volevo certo un altro figlio…» mi disse.
Conoscendo la sua storia, sapevo che con la separazione aveva affidato la figlia a suo marito per poter tornare a
studiare. Il marito aveva trovato una compagna che si occupava molto bene della bambina. Le chiesi: «È possibile
che non era un altro bambino che volevi, ma invece recuperare tua figlia?» Le vennero le lacrime agli occhi. La mia
domanda aveva toccato il punto giusto.
→ Tumore alle ovaie: è molto spesso in relazione a forti emozioni che riguardano sia un bambino, un’opera o ciò
che si considera come la nostra creazione, di cui si dice talvolta «è il mio bambino».
Il bambino può essere un fanciullo in tenera età, un adulto che si considera sempre come il proprio bambino, un
progetto che avevamo realizzato o un’attività che avevamo sviluppato. Può trattarsi della morte di un figlio. Alcune
persone che ne sono afflitte dicono: «La vita si è presa il mio bambino!»
Provo un senso di colpa per un aborto, per la sofferenza o la morte di uno dei miei figli?
Ho perduto quella che consideravo una parte di me stessa?
Ho rinunciato a mio figlio o a un progetto per rispondere al desiderio della persona che non volevo perdere?
Provo un senso di fallimento o di svalutazione per non aver potuto portare a termine il mio progetto o per non
aver potuto donare la vita?
Una partecipante ai seminari che aveva avuto un tumore alle ovaie mi raccontò ciò che aveva vissuto prima della sua
comparsa. Aveva progettato di scrivere un libro, che aveva iniziato. Ne aveva parlato alle sue amiche che le
avevano fatto dei commenti molto negativi, dandole suggerimenti che aveva tentato di seguire ma che le avevano
reso il compito così difficile che aveva finito per mettere da parte il libro. Aveva la sensazione che le sue amiche
avessero buttato all’aria la sua creazione, mentre lei aveva bisogno di incoraggiamento per proseguire.
Un’altra partecipante mi aveva confidato di avere un rapporto profondo con la sua unica figlia, con cui condivideva
una bella complicità. La figlia aveva però incontrato un uomo, con il quale era andata a convivere, che aveva fatto di
tutto perché tagliasse il cordone ombelicale con la madre. La donna aveva perciò la sensazione che quell’uomo le