Page 182 - Il grande dizionario della metamedicina
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→ Monoplegia del braccio: un sacerdote si sente fortemente attratto da una donna, tutto il suo corpo la desidera.
Sogna di tenerla fra le braccia, ma allo stesso tempo si dice che non può, che i voti di castità glielo vietano. La notte
ha le braccia intorpidite senza sapere perché. Inoltre si sente in colpa di avere simili desideri, anche se se li
proibisce. Cade scendendo le scale, si rompe un braccio, alcuni nervi sono recisi, è la monoplegia.
→ Paralisi del piede: in una coppia sposata da oltre trent’anni, il marito si ammala di Alzheimer. Dimentica tutto
quello che aveva imparato, compreso come nutrirsi e lavarsi. La moglie si vede costretta ad aiutarlo a mangiare e lo
deve seguire anche quando va in bagno. Non ne può più delle cure che richiede il marito, ma non riesce a risolversi
a metterlo in un istituto e non vede nessuno che lo possa aiutare. Si ripete: «È mio marito, non posso abbandonarlo!»
ma allo stesso tempo pensa: «Non ce la faccio più, per me è troppo!» Non vede alcuna soluzione alla sua difficile
situazione. Una mattina si sveglia e sente uno dei piedi freddi. Lo massaggia come può, fa impacchi caldi, ma non
c’è niente da fare, ha la sensazione di avere un piede di legno, morto. Il piede è paralizzato. Va al pronto soccorso
dove viene fatto un intervento per innervare il piede ma senza successo. Poi ne viene fatto un secondo che avrà un
po’ più di successo. La cancrena si diffonde nel piede e si deve ricorrere all’amputazione.
→ Paralisi legata alla paura: una mamma porta il figlio a vaccinare. Quando il bambino vede la siringa ha paura,
piange, si rifiuta, fa resistenza. La madre, aiutata dall’infermiera, gli tiene saldamente il braccio, mentre un’altra gli
inocula il vaccino. Il bambino non ce la fa a liberarsi. È terrorizzato. Rinuncia a lottare. Dopo l’iniezione sviene.
Quando torna in sé, ha il braccio (in cui è stata fatta la vaccinazione) e le gambe paralizzate.
I genitori di Mathéo hanno traslocato in una nuova residenza. Mathéo non vuole dormire nella sua nuova camera
perché secondo lui ci sono delle ombre nere che gli fanno molta paura. Ogni sera, al momento di andare a letto, fa
storie per non dormire in quella camera. Il padre pensa che siano capricci e lo costringe ad andarci. La madre,
preoccupata per il fatto di vedere il figlio in quello stato, viene a chiedermi se posso fare qualcosa.
Ho aiutato Mathéo a capire con parole per lui comprensibili cos’erano le ombre nere che vedeva nella sua stanza.
Gli ho spiegato che quelle che vedeva erano persone morte che non avevano più un corpo fisico ma solo uno etereo
(come del vapore) e che volevano trasmettere un messaggio ai propri parenti. Per riuscirci, avevano bisogno di
persone come lui che avevano la capacità di vederle. L’ho rassicurato dicendogli che non potevano in nessun modo
fargli del male e che non volevano fargli paura, ma solo consegnargli un messaggio per qualcuno che amavano e che
non riusciva a vederle. Gli ho anche detto che non doveva per forza essere il loro messaggero e che poteva dir loro
di andarsene. Si è sentito rassicurato. Ho tuttavia invitato anche i genitori a trovare una soluzione perché non fosse
più costretto a dormire in quella stanza. Lo hanno fatto, e le cose sono andate a posto.
Ci si potrebbe chiedere cosa sarebbe successo se i genitori avessero insistito a imporre al figlio di dormire in quella
camera mentre lui ne era terrorizzato. Confrontati con tali angosce, alcuni bambini sviluppano l’epilessia e altri
delle paralisi.
→ Emiplegia: paralisi di una metà del corpo. Il lato sinistro del corpo riguarda il femminile, l’emozionale,
l’intuizione, il passato, la donna o la madre, quello destro il maschile, il razionale, il concreto, il presente, l’uomo o
il padre. Il lato interessato dall’emiplegia sarà indicativo del tipo di conflitto.
Da chi o da che cosa avrei voluto fuggire ma non mi autorizzavo a farlo?
→ Paralisi cerebrale: lesione cerebrale che sopravviene nel feto durante gli ultimi mesi di gestazione o al momento
della nascita, nel periodo neonatale o nella prima infanzia. Bisogna cercare cosa abbia vissuto la madre prima del
parto, quali erano le sue paure, ma anche quelle che avrebbe potuto provare il suo bambino.
Il bambino ha forse avuto paura di essere separato dalla madre al punto di non voler nascere, ed essersi sentito
forzato, incapace di sfuggire o di sottrarsi a questa separazione?
→ Paralisi facciale: colpisce il viso, che rappresenta la nostra individualità. È la parte di noi stessi esposta agli
altri e con la quale entriamo in contatto con il nostro ambiente.
C’è una situazione che avrei voluto rifiutare ma che, vietandomi di farlo per evitare il giudizio degli altri
(salvare la faccia), mi ha fatto sentire intrappolato, senza vie di uscita?
→ Paralisi degli arti inferiori: vedi Paraplegia.
→ Paralisi del nervo sciatico: vedi Nervo sciatico.
→ Paralisi infantile o poliomielite: la poliomielite è un’infezione virale che si presenta di solito come una malattia
benigna. È solo in alcuni soggetti che, dopo una breve fase di salute apparente, si manifesta una forma grave con
sintomi di meningite quali febbre, rigidità della nuca, dolori muscolari, che evolvono in paralisi colpendo la parte
inferiore del busto e le gambe. Vedi anche Miopatie.
Cosa stava vivendo il bambino prima di manifestare questa patologia? Voleva forse sfuggire da una situazione
che gli faceva paura o che lo terrorizzava, ma di cui si sentiva obbligato a farsi carico?
→ Paraplegia: paralisi degli arti inferiori. Dipende da una lesione dei nervi periferici (polineurite, poliomielite…)