Page 176 - Il grande dizionario della metamedicina
P. 176

«Sì, sono arrabbiata, e anche molto arrabbiata…» Ero infatti arrabbiata con una persona che aveva partecipato ai
     miei seminari e della quale avevo molta stima. Ma non volevo provare rabbia nei suoi confronti. Ero arrabbiata
     perché avevo la sensazione che mi avesse lasciato cadere come una vecchia ciabatta in un progetto importante che
     riguardava la direzione del mio lavoro. Riflettendo sulla situazione, vidi tutte le sue buone intenzioni. Non mi aveva
     lasciato cadere, si era semplicemente tirata indietro perché i nostri punti di vista erano diversi. Capii che aveva
     pensato: «Se non vuole ciò che posso darle, non c’è niente che io possa fare». La mia rabbia si spense, così come il
     dolore all’anca.
     Dolori alle ossa negli adolescenti in fase di crescita possono voler esprimere un bisogno di incoraggiamento per
     avanzare negli studi e nella loro vita?

     È possibile che non riceva il sostegno di cui avrei bisogno in questo momento che sto vivendo, o nella tappa che
     sto attraversando?

     OSTEOPOROSI: malattia caratterizzata da una eccessiva fragilità delle ossa dovuta a una perdita di tessuto osseo e a
     un’alterazione della microarchitettura che rende le ossa porose. Colpisce più spesso le donne dopo la menopausa e
     può essere in relazione con un sentimento di svalutazione accumulato nel corso degli anni ma che si intensifica
     con l’invecchiare. Ci si può essere sentite schiacciate, provare la sensazione di aver subito per tutta la vita e di non
     aver realizzato granché di importante.
     Può  anche  riguardare  un  senso  di  svalutazione  perché ci si sente inutili in questo momento. Fintanto che i figli
     avevano bisogno di noi ci si sentiva utili, ma ora che non è più così ci si può sentire completamente inutili.
     Cos’è che mi avrebbe portato a svalutarmi?
     Cosa potrei fare per migliorare la stima di me stessa?
     OSTEOSARCOMA:  patologia  del  tessuto  connettivale  caratterizzata  da  una  moltiplicazione  eccessiva  del  tessuto
     osteoformatore proveniente dal midollo osseo, dal periostio o dalla membrana fibrosa. Colpisce principalmente le
     ossa lunghe (femore, tibia, perone, omero) dei bambini e degli adolescenti. Secondo l’origine del tessuto che lo
     costituiscono, si distinguono tre tipi di osteosarcoma:
     → Osteosarcoma mielogeno: le cellule che lo costituiscono provengono dal midollo osseo.

     → Osteosarcoma periosteo: le cellule che lo costituiscono provengono dal periostio.
     Il periostio contiene i vasi sanguigni che portano i nutrimenti indispensabili alla riparazione delle ossa. Facilita
     anche il processo di riparazione servendosi dello strato esterno per depositare nuove cellule ossee che vanno ad
     aggiungersi al tessuto osseo già esistente.

     → Osteosarcoma parostale: il luogo di origine è situato sulla parte esterna del periostio (membrana fibrosa alla
     periferia dell’osso, che prende parte alla sua crescita e vascolarizzazione).
     L’osteosarcoma per la medicina classica (allopatica) è considerato come un tumore maligno delle ossa. Secondo
     Ryke Geerd Hamer (Nuova Medicina Germanica) si tratta invece di un proliferazione cicatriziale dell’osso. Ciò che
     andrebbe  nella  direzione  del  lavoro  di  Hamer  è  il  fatto  che  questa  patologia  è  spesso  scatenata  da  una  rottura
     spontanea dell’osso di cui si dice: «Il tumore ha consumato la quasi totalità dell’osso».
     Se  l’osso  si  è  consumato,  se  è  fragile  e  passibile  di  rottura,  è  perché  c’è  stata  un’osteolisi.  L’osteosarcoma
     appartiene piuttosto ai tentativi che il corpo fa per riparare le ossa colpite da osteolisi.
     Mi sono chiesta perché nella medicina allopatica si considera l’osteosarcoma come un tumore delle ossa. Mi sono
     detta  che  forse  si  è  attribuita  la  riparazione  dell’osso  al  callo  osseo  (tessuto  calcareo  che  partecipa  al
     consolidamento di un osso fratturato) dimenticando che un osso come il femore non è formato solo da calcio, ma
     anche dal periostio che contiene i vasi sanguigni che nutrono l’osso, partecipando, attraverso i globuli rossi che lui
     stesso produce, all’ossigenazione dei tessuti. È quindi possibile che, se la riparazione riguarda la parte calcarea, si
     formi un callo osseo mentre, se riguarda il periostio, possa dar luogo a una forma di proliferazione cicatriziale.
     C’è anche la definizione di cancro data dalla medicina classica, che si riassume in una proliferazione di cellule
     atipiche. Ora, il dottor Hamer ha dimostrato che, a seconda dell’origine del tessuto, la fase attiva di un tumore e la
     fase  di  riparazione  possono  essere  diverse.  Quindi,  in  un  tessuto  adenoideo  in  fase  attiva,  si  trova  una
     moltiplicazione  cellulare  che  produce  un  nodulo,  un  tumore  compatto,  mentre  nella  fase  di  riparazione  c’è  una
     riduzione del tumore attraverso i batteri autogeni. Vedi Infezione.
     In un tessuto connettivale è invece il contrario: in fase attiva c’è una riduzione cellulare (nel caso di un tumore delle
     ossa o osteolisi c’è una perdita di tessuto osseo), mentre nella fase di riparazione si assiste a una moltiplicazione
     delle cellule.
     L’osteosarcoma può essere successivo a un incidente in cui si è stati urtati, si è subita una frattura, o a un tumore
     delle ossa caratterizzato dalla morte delle cellule ossee che rende le ossa fragili e scrocchianti.
     Un tumore alle ossa può essere passato inosservato e la fase di riparazione aver fatto suonare l’allarme, essendo
     molto  dolorosa  perché  accompagnata  da fitte  e  da  un’infiammazione  delle  ossa  chiamata reumatismo
   171   172   173   174   175   176   177   178   179   180   181