Page 159 - Il grande dizionario della metamedicina
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lasciato di fronte a un fallimento?
→ Splenomegalia: aumento del volume della milza dovuto a un iperfunzionamento della stessa in seguito al
sopraggiungere di un numero eccessivo di cellule deteriorate (cadute in combattimento) per un’infezione virale
(mononucleosi), batterica (brucellosi, tifo o altro), parassitaria (leishmaniosi viscerale, malaria) o una malattia del
fegato. La splenomegalia è successiva a una grande battaglia che abbiamo dovuto sostenere. Può essere stata contro
se stessi, per esempio con la mononucleosi ci si fa spesso violenza fisica (non ascoltando i bisogni del corpo) per
aver successo (vincere la nostra battaglia).
Prima che mi venisse la splenomegalia:
Ho forse raddoppiato gli sforzi per difendere il posto che era mio o che mi spettava di diritto?
Ho forse raddoppiato gli sforzi per non essere sconfitto?
MIOFASCITE MACROFAGICA:ècaratterizzata da dolori muscolari, articolari, da un’astenia importante e molto invalidante, un
rallentamento delle facoltà cognitive, uno stato di grande debolezza e molti altri sintomi che non consentono più di
svolgere le incombenze quotidiane (faccende domestiche, guidare un’auto) o di continuare a lavorare. Le persone
che ne sono affette hanno poche energie e, a seconda dello svolgimento della giornata, sono spesso obbligate a
riposarsi per recuperare l’energia che manca loro per poter arrivare in fondo. Il decorso procede verso la cronicità,
responsabile di una debolezza muscolare associata a spossatezza generale. Le persone affette da questa patologia in
precedenza erano sovente molto attive.
La miofascite macrofagica è una malattia recente, ma può essere la chiave per spiegare molte patologie dell’ordine
delle miopatie.
«Tutto inizia nell’agosto del 1998: il professor Romain Gherardi e la sua équipe annunciano sulla rivista britannica
Lancet la scoperta di una nuova patologia muscolare infiammatoria di origine sconosciuta, che battezzano con il
nome di miofascite macrofagica (MFM), che colpisce uomini e donne di ogni età. I venticinque casi censiti in
Francia all’epoca presentano tutti gli stessi sintomi clinici principali: dolori muscolari e stanchezza con un po’ di
febbre. Sintomi poco specifici che rendono la diagnosi molto più difficile. Tuttavia le numerose biopsie muscolari
(prelievi di cellule) praticate sui pazienti mostrano la presenza di una concentrazione anomala di cellule
immunitarie, i macrofagi, nella membrana muscolare (la fascia). Queste cellule si infiltrano e dissociano le fibre
muscolari, senza distruggerle.»
All’epoca la causa dell’invasione rimane sconosciuta, ma il sovrannumero di macrofagi lascia prevedere due
possibili origini: una tossica e l’altra infettiva. Dopo aver annunciato la scoperta della nuova malattia al CDC
(Center for Diseases Control) di Atlanta, negli Stati Uniti, i medici si lanciano sulla pista dell’identificazione
dell’agente infettivo e conducono in parallelo una ricerca a partire dal Servizio nazionale francese di salute
pubblica. Due mesi più tardi la prima pista di ricerca trova un elemento di risposta al centro di miopatia di
Bordeaux, diretto dal professor Patrick Moretto: «Avevamo osservato delle inclusioni cristalline nei macrofagi
senza poterne determinare l’esatta natura», spiega Romain Gherardi. «Tuttavia l’analisi di queste inclusioni
cristalline ha rivelato, con nostra grande sorpresa, che si trattava di cristalli di idrossido di alluminio.» Che ci fanno
lì dei sali di metallo? Poiché la tossicità dell’alluminio è dimostrata, i ricercatori cercano di stabilire un legame tra i
cristalli di alluminio e la virulenza della risposta immunitaria.
Nella maggioranza dei pazienti, la reazione infiammatoria era localizzata nel muscolo deltoide (muscolo della
spalla) negli adulti, e nel quadricipite nei bambini. «Due punti così precisi da risultare quindi evidente che le lesioni
avevano un rapporto con la vaccinazione», spiega Romain Gherardi.
Dal mese di marzo del 1998 l’Istituto nazionale di Monitoraggio Sanitario francese (InVS) avvia un’inchiesta per
rispondere alla domanda: «la miofascite macrofagica può essere una reazione anomala all’iniezione di un vaccino a
sali di alluminio?»
La ricerca è condotta dal gruppo di ricerca sulle malattie muscolari acquisite e disimmunitarie (GERMMAD) su
pazienti che avevano fatto certe vaccinazioni.
Risultato: nell’aprile 1999 cristalli di alluminio vengono trovati nei macrofagi delle biopsie muscolari di questi
pazienti. I macrofagi sono una varietà di globuli bianchi di grossa taglia che intervengono nel processo immunitario
fagocitando (imprigionando e digerendo) batteri, lieviti, scarti cellulari o sostanze estranee. Tra il 94 e il 100 per
cento dei pazienti aveva avuto almeno un’iniezione di vaccino contenente alluminio nei dieci anni precedenti la
biopsia. L’analisi degli antecedenti della vaccinazione è stata effettuata tenendo conto dei vaccini che potevano
contenere idrossido di alluminio, notoriamente i vaccini contro l’epatite A e B e contro il tetano, ciò che conduce a
un’associazione tra la presenza di alluminio nelle lesioni istologiche e l’iniezione di vaccini contenenti alluminio. 4
I sintomi della miofascite macrofagica sono molto simili a quelli della fibromialgia. Vedi Fibromialgia e Miopatie.
Sono forse due nomi diversi per indicare la stessa patologia? Ho interrogato molte persone che erano state affette
da fibromialgia e tutte mi hanno confermato di aver fatto il vaccino contro l’epatite B prima della comparsa dei
primi sintomi, ma è stato solo dopo molti anni di sofferenze e di incertezze che è stata diagnosticata loro una
fibromialgia.