Page 93 - Mani in alto
P. 93
Roma, venerdì 15 dicembre
Ore 15.50.
Le armi sono nascoste nel bagagliaio, avvolte accuratamente in una spessa coperta.
L’automobile si ferma in uno spiazzo proprio sotto a un pino marittimo.
Il Bello e Zucchero scendono rapidi e afferrano il fagotto con le armi dal
bagagliaio, poi risalgono in fretta sull’auto.
Nessuno dice una parola.
Sembra quasi che le armi si distribuiscano da sole. Ogni pezzo sa benissimo in
quale mano deve finire.
Il Bello ha un fazzoletto rosso al collo e due pistole: una P38 calibro 9 e una
piccola Browning 7.65. Paolo e Zucchero hanno i mitra Thompson e Daniele l’altra
P38.
Il silenzio è interrotto dal secco rumore di metallo che fanno le armi quando
vengono caricate.
Il Biondino guida lentamente, senza strappi; sa benissimo che quando s’infilano i
caricatori il momento è delicato, basta un sussulto per far partire un colpo.
Ore 16.01.
Agenzia n. 3 del Banco di Sicilia in viale Trastevere. Gli impiegati lavorano
tranquillamente, nell’atrio regna la calma.
Una Fiat 1400 color avana targata To 102277 sbuca lentamente da una curva.
All’interno della filiale il cassiere conta il mazzetto di banconote che un cliente ha
appena versato. Il cliente parla a voce alta di politica e chiede approvazione al
commesso.
La 1400 si accosta al marciapiede di fronte.
Il commesso conferma con un sorriso ossequioso la politica del governo.
«Resta al volante e tieni d’occhio la strada» ordina Paolo.
Il Biondino fa un cenno di conferma nello specchietto.
Dall’auto scendono quattro uomini. Con passo deciso si avviano verso l’ingresso
della banca.
Il Biondino ha il motore acceso e la parrucca bionda sulle ginocchia. Si guarda
attorno scrutando la strada.
Un uomo grasso sulla cinquantina si avvicina lentamente: «È questa la nuova 1400?
Bella macchina…» dice cercando di attaccare discorso.
Il Biondino lo fulmina con un’occhiata. Il ciccione non demorde: «Quanto fa con un