Page 91 - Mani in alto
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“Allora me ne incarta un chilo!” E lei a ridere che ormai si ammazza. Tu lo sai che

          se una donna la fai ridere, poi… e poi da quel giorno l’ho rivista altre volte e mica
          solo per un caffè… Ma questa storiella dello zucchero la conoscono anche altre
          signorine di Bologna».

           Daniele sorride, tira l’ultima boccata e getta il mozzicone sulla strada.
           Il Bello esce per primo.
           «Stavolta per me è meglio lasciar perdere».
           «Perché? Che problemi ci sono? chiede Zucchero avvicinandosi.
           «Troppo grande questa banca, troppi impiegati da tenere sott’occhio… ci

          vorrebbero almeno dieci uomini».
           «Allora cosa sono venuto a fare io qui?»
           «Zucchero ha ragione, ognuno di noi vale due, e cinque per due fa dieci no?»

          risponde Daniele.
           Paolo è scuro in volto. Sa bene che le osservazioni del Bello non sono campate in
          aria. Per svuotare quella banca ci vorrebbero molti più uomini, ma non c’è tempo
          ormai per assoldarne altri. Bisogna agire in fretta e domani è l’ultimo giorno utile
          prima che il denaro venga portato alla banca centrale.

           Paolo deve prendere una decisione adesso. Adesso che gli uomini sono concentrati
          sull’obiettivo.
           «E tu Biondino oltre a fare l’autista te la senti di fare anche da palo?»

           Il Biondino annuisce con un cenno del capo.
           «Bene, allora stavolta Daniele non si ferma sul portone ma entra dentro, così
          saremo in quattro!»
           Il Bello si rasserena, le parole di Paolo sembrano aver convinto anche lui che era il
          più dubbioso.

           Sono tutti dentro la Fiat 1400. La vettura è potente e, come diceva il signor Nanni, il
          suo propulsore è capace di erogare quarantaquattro cavalli raggiungendo
          tranquillamente centoventi chilometri all’ora. È stata costruita adottando una scocca

          portante brevettata dalle famose carrozzerie di Detroit.
           «Siete proprio una vera b-a-n-d-a…» afferma Zucchero scandendo le parole.
           «Se tutto va bene, mi tenete con voi?» chiede poi sottovoce.
           Daniele lo guarda senza rispondere, ha il volto teso, inquieto per il nuovo ruolo che
          deve svolgere.

           I quarantaquattro cavalli svoltano a destra e infilano un lungo viale alberato. Di
          fianco corre la ferrovia e più avanti, alla fine della strada, c’è un passaggio a livello.
           L’automobile si ferma lungo i binari.

           «Prova un po’ questa!»
           Una vistosa parrucca bionda finisce tra le mani del Biondino.
           Il Bello l’ha avuta da una sua amica che la usa con successo nel suo mestiere.
           «Ma perché mi devo mettere questa roba addosso?»
           «È sempre meglio essere prudenti, nel caso qualcosa andasse storto, la polizia
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