Page 69 - Mani in alto
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Il Bello si avvicina alla cassaforte. Un impiegato alza lo sguardo.
           «Fermo! Non ti muovere!» Daniele gli agita contro la rivoltella.
           La lancetta dell’orologio raggiunge le dodici.
           «Pronto, polizia celere presto c’è una rapina!» grida il direttore paonazzo dal

          telefono della fioraia.
           Paolo getta un’occhiata al Bello. Scuote la testa e rientra veloce nel salone.
           È tardi, bisogna andare.
           Paolo e Romano escono di corsa. Daniele li fa sfilare tenendo sotto il tiro della

          pistola tutti quelli in ginocchio sul pavimento.
           Il Biondino si avvicina con l’auto all’uscita. In un balzo sono tutti dentro.
           Un passante vede la scena e annota la targa.
           Accorrono altre persone.

           «I banditi! I banditi!»
           Arriva il direttore gridando sulla strada.
           Dal fondo della strada si sente una sirena che si avvicina. La gente si accalca
          all’ingresso della Cassa di Risparmio.
           Gli impiegati e i clienti dentro la banca non escono, temendo che i rapinatori siano

          ancora nei paraggi.
           Arriva una jeep della Celere. Il direttore si fa largo.
           «Erano in tre, anzi in quattro!»

           «Forse ci sono dei feriti là dentro».
           Sopraggiunge anche un’auto della squadra mobile, frena in uno stridio di gomme
          sull’asfalto.
           «Qualcuno ha preso la targa?»
           «Io, io commissario, l’ho scritta qui sopra».

           Un uomo con i baffi alto e magro mostra il numero di targa trascritto su di un
          pacchetto di Nazionali senza filtro.
           «To 102272» ha scribacchiato con grafia tremolante.

           «Bene, così non ci sfuggiranno!» annuisce il poliziotto annotando il numero.
           «Qualcuno li ha visti in faccia?»
           Il direttore si fa avanti ancora violaceo in volto.
           «Erano giovani!»
           «Quelli dentro li hanno visti bene, una signora si è sentita male… hanno chiamato

          un dottore».
           «Delinquenti!»
           «Delinquenti!» ripetono in coro i presenti con la voce del direttore che sale di

          un’ottava.
           «È tutta colpa di quei film con i gangster che si vedono al cinema…» mormora
          qualcuno tra la folla.
           I poliziotti entrano nella banca. Si cercano le impronte digitali sulla cassaforte.
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