Page 66 - Mani in alto
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Torino, mercoledì 22 novembre















           Torino è senza ombra di dubbio ancora una capitale. Lo è stata con i Savoia, ne

          reca ancora i fasti non solo nei palazzi maestosi e nelle costruzioni imponenti, ma
          nell’aria stessa che si respira.
           Dalle parti del mercato di piazza della Salute c’è via Stradella, di per sé poco
          interessante, se non fosse che al civico 60 c’è l’agenzia n. 8 della Cassa di

          Risparmio.
           Il direttore della banca è quello del baciamano alla signora fonte di preziose
          informazioni.
           «Ma lei lì oltre a far certi lavorini a letto ti ha detto tutto di questa banca?»

           Il Bello, forse, è anche un po’ invidioso delle imprese che Paolo ha raccontato. È
          arrivato oggi a Torino, con Daniele e il Biondino. Sono arrivati con le armi, la 1100
          nera e la nuova targa confezionata dal Lungo con meticolosità. Il Lungo ha due
          manine d’oro che adopera non solo per le boccette. Una targa falsa della città in cui

          si deve operare a volte è importante quanto una rivoltella ben oliata.
           «Eccola, è lì, di fianco alla bottega dei fiori».
           Il Bello e Paolo sono sul marciapiede di fronte. Il Biondino e Daniele sono rimasti
          in macchina.

           «La fioraia non è che potrebbe rompere i maroni?»
           «No, è sempre dentro che sistema le sue piantine, è anche un po’ sorda».
           Nel cortile interno c’è un marmista che lavora tutta la mattina e fa un gran baccano,
          ma la fioraia non lo sente nemmeno.

           Non era la prima volta che Paolo passava di là. Ci veniva da solo per non dare
          troppo nell’occhio. Dalla fioraia ci era stato per acquistare una dozzina di rose
          rosse. Un uomo con un mazzo di fiori può anche gironzolare attorno a una banca
          senza destare sospetti.

           «Ma se le hai comprato anche le rose, allora sei proprio innamorato…»
           «Lo sai bene che Casaroli non mischia mai l’amore con i soldi».
           Il Bello sorride e approva con un cenno eloquente del capo.
           La 1100 nera è parcheggiata davanti a un furgone bianco avorio.

           «Allora tutto bene?» chiede Daniele scendendo dall’auto.
           «Tutto bene» rispondono all’unisono.
           Il Bello si avvicina a Daniele e gli appoggia una mano sulla spalla.
           «Sai che differenza c’è tra una tigre e un busone?»
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