Page 114 - Mani in alto
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Il processo















           Venerdì, 4 luglio 1952. Corte d’Assise di Bologna.

           Per uno strano scherzo del destino, il processo a ciò che resta della banda Casaroli
          si svolge nello stesso giorno in cui una fatidica scatola di cerini volteggiava in un
          pomeriggio afoso e appiccicaticcio di due anni prima. L’aveva lanciata, con la
          destrezza e la spavalderia di un semplice gesto dell’indice e del pollice della mano

          destra, un giovanotto con i capelli scuri e una pipa tra le labbra.
           Fa sempre tanto caldo in città, in piazza dei Tribunali il sontuoso palazzo Baciocchi
          è circondato dalla polizia che perquisisce chiunque si avvicini.
           A seguire il processo c’è parecchia gente ma sono soprattutto curiosi, gli amici

          stanno alla larga per paura di venire in qualche modo coinvolti. Il Lungo però non
          poteva mancare, se ne sta in piedi in fondo alla sala appoggiato alla parete.
           Paolo Casaroli arriva legato con una lunga catena al Biondino e a Zucchero. Entra
          in aula scortato dagli agenti, subito decine di fotografi si fanno largo e iniziano a

          scattare fotografie lampeggiando i flash. Paolo si schermisce e lancia occhiate di
          ghiaccio ai giornalisti, poi accenna un sorriso. Mostra volentieri la sua innata
          spavalderia.
           Viene subito rinchiuso nella gabbia che è sistemata nella grande sala situata al

          primo piano.
           In prima fila c’è Farolfi, è diventato commissario e siede accanto ai parenti delle
          vittime.
           La madre di Paolo è presente in aula, si avvicina al figlio rinchiuso dietro le sbarre.

          I fotografi rumoreggiano e cercano di riprendere la scena, Paolo li allontana
          insultandoli platealmente. Poi accarezza una mano alla madre e le bacia il viso
          attraverso le sbarre.
           Si procede con le rituali formalità, vengono annunciati i giudici popolari estratti a

          sorte nei giorni precedenti, la composizione della Corte, gli avvocati dell’accusa e
          della difesa, infine si leggono i capi d’accusa.
           Oltre a Paolo, Zucchero e il Biondino, c’è pure Luigi che hanno arrestato da poco.
          Gli altri due interpreti principali riposano da tempo nel camposanto comunale.

           Gli avvocati hanno chiesto alla Corte di tenere le udienze solo al mattino, sono
          previste infatti ancora giornate molto calde.
           Il presidente della Corte chiama l’imputato Casaroli Paolo.
           L’aula è colma di gente, Paolo chiede cortesemente di potersi togliere la giacca.
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