Page 607 - Shakespeare - Vol. 4
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CAMILLO
Sicilia non potrà mai essere eccessivamente gentile col Boemia. Sono stati
educati insieme e un tale affetto s’è radicato tra loro che ora può solo
ramificarsi. Da quando gli onori più tardi e i doveri dei regnanti li hanno
separati, la loro amicizia ha continuato a durare, anche senza incontri
personali, in regale rappresentanza, con scambi di doni, lettere, affettuose
ambasciate, così, anche se lontani, si sono sentiti vicini; si son stretta la
mano, come sopra grandi spazi; e abbracciati, potremmo dire, da dove
soffiano opposti venti. Preservino gli dei il loro affetto!
ARCHIDAMO
Penso non vi sia al mondo malizia o ragione che possa alterarlo. Voi avete
indescrivibile consolazione nel vostro giovane principe Mamillio: è il
gentiluomo di maggior promessa che mi sia mai capitato di vedere.
CAMILLO
Sono del tutto d’accordo con voi per quanto fa ben sperare: è un ragazzo
valente; uno che rallegra il popolo e ringiovanisce i vecchi cuori: quelli che si
reggevano sulle stampelle prima che nascesse, ora desiderano prolungare la
vita per vederlo adulto.
ARCHIDAMO
Sarebbero altrimenti contenti di morire?
CAMILLO
Sì; se non ci fosse un’altra ragione per desiderare di vivere.
ARCHIDAMO
Se il re non avesse un figlio, vorrebbero vivere sulle stampelle finché non ne
arrivasse uno.
Escono.
Scena II EN
Entrano Leonte, Ermione, Mamillio, Polissene, Camillo (e seguito).
POLISSENE