Page 1608 - Shakespeare - Vol. 4
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nessuno le creda adulatorie, giacché si dimostreranno veraci.
Questa infante reale − Dio sempre l’accompagni −
seppure nella culla, sin da ora promette
a questo paese mille e mille benedizioni,
che il tempo porterà a maturazione. Ella sarà −
ma pochi fra i vivi di oggi faranno in tempo a vedere tanta bontà −
un modello per tutti i prìncipi viventi nell’età sua,
e per tutti quelli delle età a venire. La Regina di Saba non fu mai
più assetata di saggezza e di luminosa virtù
di quest’anima pura. Tutte le grazie principesche
che plasmano un sovrano possente come quello che abbiamo,
con tutte le virtù che adornano i buoni,
saranno in lei raddoppiate. La Verità sarà sua nutrice,
pensieri santi e devoti la consiglieran sempre,
ed ella sarà amata e temuta. La sua gente la benedirà,
i suoi nemici tremeranno come un campo di grano battuto dai venti
e abbasseranno la testa nel dolore. Il bene crescerà con lei;
sotto di lei ognuno mangerà in pace
all’ombra della sua vigna i frutti del suo lavoro, e canterà
gli allegri canti del tempo di pace con tutti i suoi vicini.
Ella farà conoscere il vero Dio, e chi le starà intorno
apprenderà da lei le più perfette vie dell’onore,
e ad esse, non già a legami di sangue, dovrà la sua grandezza.
Né questa pace si spegnerà con lei, ma come quando,
morto l’uccello favoloso, la vergine Fenice,
dalle sue ceneri rinasce un novello erede,
di lei non meno prodigioso,
così ella lascerà le sue beate virtù a qualcuno −
quando il cielo la chiamerà a sé da questa nube di tenebra −
che dalle sacre ceneri del suo onore
s’innalzerà come una stella, non meno grande per fama:
un’altra stella fissa. Pace, prosperità, amore, verità, terrore,
che furono al servizio di questa eletta infante,
diventeranno suoi, e come una vigna gli cresceranno attorno.
Ovunque risplenderà il fulgido sole del cielo,
là saranno il suo onore e la gloria del suo nome,
e daran vita a nuove nazioni. Egli verrà a fioritura
e come un cedro allungherà i suoi rami