Page 507 - Shakespeare - Vol. 3
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OLIVIA

          (A Fabian) Leggetela voi, signore.



              FABIAN
              (Legge) In nome di Dio, signora, Voi mi fate torto e la cosa si saprà in
          giro. Anche se mi avete segregato nelle tenebre e lasciato in custodia a
          quell’ubriacone di vostro zio, tuttavia sono in possesso delle mie facoltà

          mentali, proprio come vossignoria. Ho in mano la vostra lettera che mi
          indusse a prendere l’aspetto che assunsi e con quella non dubito di riuscire a
          giustificarmi o a svergognarvi completamente. Pensate di me quel che vi
          pare. È pur vero che trascuro un poco il rispetto che invece vi è dovuto ma

          vogliate tener conto che parlo sotto l’assillo dell’ingiuria patita.
                                                                             Il maltrattatissimo Malvolio.



              OLIVIA
          È stato lui a scriver la lettera?



              BUFFONE
          Sì, signora.



              DUCA
          Dal testo non traspare alcuna pazzia.



              OLIVIA
          Fatelo  rimettere  in  libertà,  Fabian,  e  conducetelo  qui.  (Esce  Fabian.)

          Monsignore,  mi  auguro,  in  considerazione  degli  eventi,  che  vogliate
          accettarmi come sorella piuttosto che come moglie. E sia un sol giorno, se
          non vi dispiace, a coronare questa doppia unione, in casa mia e a mie spese.



              DUCA
          Signora, sono prontissimo ad accettare la vostra offerta. (A Viola) Il vostro
          signore  vi  dà  il  benservito  e  per  i  servizi  resigli,  così  incompatibili  con  la

          natura del vostro sesso, e allo stesso tempi inferiori alla vostra educazione,
          così raffinata, e per il fatto stesso che lo avete chiamato così a lungo signore,
          eccovi la mia mano. D’ora in poi sarete la padrona del vostro signore.



              OLIVIA
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