Page 1580 - Shakespeare - Vol. 3
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40 I, iii, 293 Il distico di Brabanzio esprime sia un senso di probabilità (may = può) sia di augurio (may
                 = possa). L’idea è ripresa drammaticamente in III, iii, 213.
              41 I, iii, 294 Cominciano le ambiguità prolettiche: Otello giocherà proprio la sua vita (e quella di lei) sulla
                 (in)fedeltà di Desdemona.

              42 I, iii, 332-334 Si conclude qui la serie di immagini prese dall’orticultura, che inizia alla riga 320.
              43 I, iii, 338 Qui il ricorso è alla imagery nautica, come spesso fa Iago. Cfr. sopra,  I, i, 30, 149-152; I,
                 ii, 50.
              44 I, iii, 345-346 Tipica prolessi anche qui. Sequestration è usato nell’accezione contemporanea di: fine,
                 cessazione.
              45 I,  iii,  349 Locusts:  allusione  a  qualcosa  ritenuta  allora  una  leccornia  −  forse  le  carrube.  La
                 coloquintida, sotto, è propriamente la colloquinta (Citrullus colocynthis).
              46 I, iii, 357 Super-subtle: sopraffina, ma credo consona a Iago la piccola forzatura di: smaliziata.
              47 I, iii, 371 Traverse: termine militaresco, qualcosa sul tipo del nostro «Avanti marsch!» − anche se in
                 genere Shakespeare lo usa in accezioni diverse.
              48 I, iii, 381 sgg. È il primo dei grandi soliloqui di Iago, in cui si va manifestando vagamente nella sua
                 mente,  quasi  a  tentoni,  un  piano  per  sfogare  il  suo  scontento  ed  il  suo  odio  verso  il  Moro.  È  il
                 momento del «concepimento» (v. 401).
              49 I,  iii,  391-392  Diversa  è  la  lezione  del  F:  «to  plume  up  my  will  /  In  double  knavery»  −  ossia,
                 «esaltare la mia superiorità, il mio potere». A.C. Bradley considera quest’immagine come centrale
                 per una interpretazione del carattere di Iago.

              50 I, iii, 398 Il motivo dell’apparenza (e dell’apparente onestà) in contrapposizione alla realtà richiama I,
                 i, 65 e II, i, 122-123; II, iii, 127-128; III, iii, 111-112, 130-132; III, iv, 121; IV, i, 17, 266-267; V, ii,
                 304.
              51 I, iii, 400 Cfr. sotto, II, i, 304, di cui è prolessi.

              52 II, i, 8-9 Ribs of oak: coste di quercia, sineddoche per navi; mortise è, in falegnameria, la mortasa,
                 l’incastro  a  foro  quadrato  dove  si  infila  il  tenone.  Le  coste  della  nave,  cioè,  non  tengono  più,  si
                 sfasciano.

              53 II, i, 14-15 Forse il Piccolo Carro, mentre le due stelle a guardia della Polare servivano pure come
                 guida ai naviganti.

              54 II, i, 17 The enchafed flood: definizione divenuta quasi proverbiale, onde la traduzione.
              55 II, i, 26 Non è chiaro perché la nave veneziana sia definita A Veronesa; è probabile che si tratti di
                 un tipo di nave, ma il termine resta inspiegato.
              56 II, i, 32 Sadly: sad, dal lat. satis, significa qui serio, pensieroso, non: triste.
              57 II, i, 39-40 Finché gli occhi non distinguono più fra mare e cielo per lo sforzo prolungato di scrutare.

              58 II, i, 50-51 Tipico «concetto», piuttosto forzato, per dire che c’è ancora speranza.
              59 II, i, 61-65 Mai come qui e in quel che segue, Cassio usa le esagerazioni e gli ampollosi «concetti»
                 tipici della retorica cortese, sfiorando (in 85-87) elocuzioni di sapore religioso, tanto che finirà quasi
                 per scusarsene con Iago (97-99). Cfr. anche sotto, 170.

              60 II, i, 72 Common: sarebbe la loro «comune» natura distruttiva; nella traduzione ho perciò preferito
                 esplicitare il senso, come del resto fa la lezione del F che ha: mortal.
              61 II, i, 100 Iago riporta subito il discorso a livello terra terra, quasi volgare, in contrasto allo «sfoggio di
                 cortesia» di Cassio. Inizia qui un lungo scambio di battute, spesso al limite della volgarità, che ha
                 fatto arricciare il naso per il suo carattere intempestivo dato il momento di suspense; è forse dovuto
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