Page 1578 - Shakespeare - Vol. 3
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Note







               1 Così A. Serpieri, Otello: l’eros negato, Milano 1978, p. 55, definisce l’ipotiposi: «Tecnica retorica che
                 consiste  nel  dare  uno  straordinario  rilievo  a  un  oggetto  o  a  un  episodio  raccontato,  al  punto  da
                 teatralizzarlo  nella  mente  dell’ascoltatore.  È,  dunque,  una  tecnica  capace  di  creare  dei simulacri
                 conferendo loro una sorta di iperrealtà allucinatoria e onirica».

               2 I,  i,  21  Lett.  «uno  quasi  dannato  da  una  bella  moglie»;  ma  è  l’unica  menzione  di  una  moglie  di
                 Cassio,  presumibilmente  derivata  dalla  fonte  (il  racconto  di  Girandi  Cinthio,  dove  Cassio  ha  una
                 moglie), di cui poi non si parla più per tutto il dramma. È plausibile allora ritenere che si tratti d’un
                 riferimento generico alla propensione «cortese» di Cassio per le belle donne: onde la traduzione.
               3 I, i, 24 Spinster: potrebbe anche avere valore generico di «tessitore».

               4 I,  i,  30  Comincia  qui  l’uso  di  immagini  o  metafore  marinaresche  di  maniera  che  contraddistingue
                 all’inizio la parlata di Iago. Cfr. sotto, 149-152; I, ii, 50; I, iii, 338-339.

               5 I, i, 36 Affection: inclinazione, favore mostrato a una persona.
               6 I,  i,  45 Knave:  ad  un  tempo  giovane  (cfr.  ted.  Knabe),  persona,  tipo  e  farabutto.  Iago  (e
                 Shakespeare) giocano qui e altrove sul doppio senso. Cfr. sotto, II, i, 237 e 245.
               7 I, i, 48 Cashier’d: termine tecnico per «cassare dai ruoli».
               8 I, i, 65 Doves: tortorelle. Ma nel F si legge daws: stupidi, creduloni.

               9 I, i, 66 Il «labbrone» è Otello, con riferimento spregiativo ai tratti somatici del negro.
              10 I,  i,  88  Comincia  qui  l’uso  crescente  di  crude  immagini  sessuali  che  pure  caratterizza  la  parlata  e
                 risponde ai subdoli fini di Iago. Cfr. sotto, 111, 116-117;  I,  iii,  351-353; II, i, 112, 115, 225-227,
                 257-259,  291; III, iii, 400-410; IV, i, 3-4, 34, 68-72, 86. Gli farà poi eco Otello, contaminato dalle
                 sue parole.
              11 I, i, 149-152 Volute immagini marinaresche riferite ad Otello.

              12 I, i, 158 È stato variamente suggerito che ci si riferisca ad un edificio dell’Arsenale, al nome di una
                 locanda, o alla stessa Frezzeria di Venezia. Più probabile la seconda possibilità.

              13 I,  i,  183  «Ufficiali  della  notte»  (o  «di  notte»)  era  il  termine  tecnico  per  i  poliziotti  notturni  della
                 Repubblica di Venezia.

              14 I, ii, 12 Il termine «Magnifico» era attribuito ai maggiorenti della Repubblica.
              15 I,  ii,  21 Provulgate  (testo  del  Q)  può  essere  errore  tipografico  per promulgate,  o  coniazione  su
                 vulgus: «esporre al popolo». Il senso non cambia. L’eloquio di Otello è quello della retorica «alta»,
                 classico-rinascimentale.

              16 I, ii, 83-84 Uno dei molti esempi nel canone shakespeariano in cui si rompe l’illusione teatrale e ci si
                 riferisce esplicitamente al ruolo dei teatranti, con sovrapposizione fra i piani della realtà e della scena.
                 Cue è la battuta che si dà all’attore; prompter è il suggeritore.
              17 I, iii, 18 Pageant: originariamente, il carro mobile dei cicli teatrali medievali (mysteries); poi, i carri dei
                 «trionfi» rinascimentali. In ogni caso, cose «finte»; ma l’immagine è appropriatissima ad una flotta
                 in movimento.
              18 I, iii, 44 Marco Lucicco, come sopra (16) il signor Angelo: gli illustri sconosciuti a cui Shakespeare dà
                 quasi sempre un nome nei suoi drammi.
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