Page 960 - Shakespeare - Vol. 2
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in cui si recitava questo soggetto. Ora la mia morte
cambia il tono, poiché quello che io presi
a te viene in maniera più legittima,
in quanto porti la corona per diritto ereditario.
Eppure, anche se la tua posizione è più sicura della mia,
non sei abbastanza solido, i dolori essendo recenti.
E tutti i miei amici, che tu devi farti amici,
hanno avuto strappati da poco i pungiglioni e i denti,
la cui durezza mi aveva all’inizio elevato,
e dalla cui forza potevo ben temere
di essere di nuovo cacciato. Per evitare questo
li ho allontanati, e ora avevo intenzione
di condurne molti in Terrasanta, per scongiurare
che il riposo e la quiete li porti a considerare
troppo dappresso il mio stato. Pertanto, Harry,
segui questa via e occupa gli animi incostanti
con guerre straniere, perché le spedizioni lontane
cancellino la memoria dei giorni trascorsi. 238
Direi di più, ma ho il respiro tanto breve
che la forza di parlare mi è affatto negata.
Come ottenni la corona, Dio lo voglia perdonare,
e che tu in vera pace la possa conservare!
PRINCIPE
[Mia graziosa maestà,] voi l’avete
vinta, portata, tenuta, a me data.
Perciò chiaro e giusto dev’essere il mio possesso,
che io con assoluta dedizione
contro il mondo intero giustamente difenderò.
Entra [il principe John di] Lancaster [e Warwick].
RE
Vedi, vedi, viene il mio John di Lancaster.
LANCASTER
Salute, pace e felicità al mio regale padre!