Page 792 - Shakespeare - Vol. 2
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di essere assistito da Owen Glendower, il Conte di March e altri, raccolse un
esercito di soldati e arcieri dal Cheshire e dal Galles. [A lui si unì suo zio,
Conte di Worcester.] Il Conte di Northumberland non fu invece con loro ma,
essendo malato, aveva promesso di raggiungerli appena si fosse rimesso
(come alcuni scrivono) con tutta rapidità.
[Battaglia di Shrewsbury (21 luglio 1403) e antefatti]
Re Enrico, venuto a conoscenza delle azioni dei Percy, subito raccolse intorno
a sé quante forze poté, ed essendo incitato urgentemente dallo scozzese
Conte di March [da non confondere con Mortimer, vedi III, ii, 164] di
affrettarsi e dar battaglia ai nemici, prima che le loro forze col passare del
tempo si accrescessero troppo, marciò innanzi con tanta velocità che fu in
vista dei nemici, accampati presso Shrewsbury, prima che essi sospettassero
nulla del genere, poiché i Percy pensavano che egli sarebbe rimasto a Burton-
upon-Trent finché il consiglio non vi fosse venuto per comunicargli ciò che
riteneva meglio fare. Ma in ciò il nemico fu ingannato nelle aspettative,
poiché il Re aveva grande riguardo alla rapidità per la sicurezza della propria
persona a cui il Conte di March lo incitava, considerando che nell’indugio c’è
pericolo, e perdita nella dilazione, come in simile circostanza dice il poeta:
«Tolle moras, nocuit semper differre paratis, / Dum trepidant nullo firmatae
robore partes». A causa di quest’arrivo improvviso del Re, si trattennero
dall’assalire la città di Shrewsbury, impresa che erano in quel momento pronti
a compiere, e subito Lord Percy, quale capitano di grande coraggio, prese a
esortare capitani e soldati a prepararsi alla battaglia, poiché la faccenda era
ormai cresciuta al punto da non potersi evitare, cosicché (egli disse): «Questo
giorno porterà a noi tutti vantaggio e onore o altrimenti, se avverrà che
siamo battuti, ci libererà dalla malevolenza oltraggiosa e dal disdegno
crudele del Re; poiché facendo la parte di uomini (come dovremmo) meglio è
morire in battaglia per causa del Paese che prolungare per paura codarda la
vita, che poi ci sarà tolta per sentenza del nemico».
Allora l’intero esercito, in numero di circa quattordicimila uomini scelti,
promise di stare al suo fianco finché aveva vita. Vi erano con i Percy come
capi dell’esercito: il Conte di Douglas, uomo scozzese; il Barone di Kinderton;
Sir Hugh Browne e Sir Richard Vernon, cavalieri; con diversi altri capitani
gagliardi e assai valorosi. Ora, quando i due eserciti furono accampati l’uno
contro l’altro, il Conte di Worcester e Lord Percy con i loro complici inviarono
gli articoli (di cui già parlai) per mano di Thomas Caiton e Thomas Salvain,