Page 570 - Shakespeare - Vol. 2
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Deve andare per forza.
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                                                  Scena IV        77     EN



                                              Entrano il Principe e Poins.


              PRINCIPE

          Ned, ti prego, vieni fuori da quella lurida stanza e aiutami a ridere un po’.



              POINS
          Dove sei stato, Hal?



              PRINCIPE
          Con tre o quattro teste di legno fra tre o quattro ventine di botti di legno. Ho
          toccato la corda più bassa dell’umiltà. Uomo, ho giurato fratellanza a un trio
          di garzoni d’osteria e so chiamarli tutti per nome: Tom, Dick e Francis. Sono

          già pronti a scommettersi l’anima che anche se sono solo il Principe di Galles,
          sono però il re della cortesia, e mi dicono apertamente che non sono un tizio
          borioso  come  Falstaff,  ma  un  tipo  allegro,  un  ragazzo  di  fegato,  un  bravo
          giovane (perdio, proprio così mi chiamano!), e quando sarò re d’Inghilterra

          avrò ai miei ordini tutti i bravi ragazzi di Eastcheap. Alzare il gomito loro lo
          chiamano  “tingere  scarlatto”;          78   se  prendi  fiato  mentre  tracanni  ti  gridano
          “ehm!” e ti ordinano: “manda giù!”. Insomma, ho imparato tante cose in un
          quarto d’ora da poter bere con ogni calderaio nel suo gergo tutta la vita. Ti

          dico,  Ned,  che  hai  perso  parecchio  onore  a  non  accompagnarmi  in  questa
          impresa.    79  Però, Ned mio dolce... e per addolcire questo nome di Ned ti darò
          questo  soldo  di  zucchero,  messomi  in  mano  proprio  adesso  da  un
          sottogarzone d’osteria, uno che in vita sua di parole non ne ha dette altre che

          “Otto  scellini  e  mezzo”,  e  “Accomodatevi”,  magari  gridando  di  seguito:
          “Subito, subito, signore! Segna una pinta di vin dolce nella mezzaluna”,                           80  o
          qualcosa  del  genere.  Però  Ned,  dicevo,  per  passare  il  tempo  finché  arriva
          Falstaff, mettiti per piacere in una stanza qui accanto mentre io chiedo al mio

          novellino  taverniere  perché  m’ha  dato  lo  zucchero,  e  non  smettere  mai  di
          gridare “Francis!”, in modo che risponda sempre e solo “Subito!”. Vai di là,
          che ti faccio pregustare la cosa.
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