Page 1867 - Shakespeare - Vol. 2
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Qualcosa
che torna a mia vergogna, se volete sentire
chi sono, e come, e perché, e dove
quella pezzuola s’è sporcata.
CELIA
Ditelo,
vi prego.
OLIVER
Quando l’ultima volta Orlando v’ha lasciati,
v’ha promesso, nevvero, di tornare entro un’ora.
Ma mentre camminava nel bosco e masticava
il cibo d’un amore dolce e amaro,
ecco, gettò un’occhiata da una parte
e sentite che vede. Sotto una vecchia quercia,
coi rami tappezzati di muschio antico, e la cima
alta, calva per la secca vecchiezza,
si era addormentato a faccia in su
un capelluto, tutto stracci. E al collo
gli s’era attorcigliato un serpe verde e oro,
e il muso lesto e truce penzolava
su quella bocca aperta. Ma di colpo
sbircia Orlando, si snoda e striscia a serpentina
dentro un cespuglio, e lì al buio s’acquattava
testa a terra, le poppe tutte vizze,
una leonessa, e spiava, come un gatto,
la prima mossa del dormiente; infatti
per natura regale quella bestia
non preda nulla che par morto. Orlando
la vede e corre verso l’uomo, e scopre
che è suo fratello, il fratello maggiore.
CELIA
Ah, ne parlava spesso, e ce lo dipingeva
come l’uomo più snaturato.
OLIVER