Page 1807 - Shakespeare - Vol. 2
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CORIN
Chi è che chiama?
TOUCHSTONE
Gente migliore di te, amico.
CORIN
Eh, sennò sarebbero proprio dei disgraziati.
ROSALINDA
Sta’ zitto, tu. Buona sera a voi, amico.
CORIN
E a voi, gentile signorino, e a tutti voialtri.
ROSALINDA
Pastore, ti prego, se l’affetto o l’oro
possono dar ristoro in questo deserto,
portaci dove si possa riposare e sfamarci.
Questa ragazza qui è assai sfinita dal viaggio,
senza soccorso sviene.
CORIN
Bel signore, ne ho pena,
e, più per lei che per me, vorrei che la mia sorte
fosse più idonea a soccorrerla; ma io
faccio il pastore al servizio d’un altro,
e non toso la lana che gli pascolo.
Il mio padrone è un tipo taccagno, e non si cura
di trovare la strada che mena al paradiso
con opere ospitali. E poi la sua capanna,
le sue greggi, i suoi pascoli adesso sono in vendita,
e nell’ovile, adesso, dato che lui è assente,
non c’è nulla da metter sotto i denti.
Ma quel che c’è, venitelo a vedere,
e per mio conto siate i benvenuti.