Page 1506 - Shakespeare - Vol. 2
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di quel ceppo di vincitori: e dobbiamo temere
               la sua innata potenza e i suoi alti destini.


                                                     Entra un messo.



              MESSO
               Ambasciatori di Enrico, Re d’Inghilterra,
               chiedono udienza, urgentemente, a Vostra Maestà.



              RE DI FRANCIA

               Daremo loro subito udienza. Andate, portateli qui.
               La caccia, amici, si sta facendo movimentata.



              DELFINO
               Fermatevi ad affrontare gli inseguitori. I cani codardi
               fan più baccano quando l’oggetto dei minacciosi latrati
               scappa lungi da loro. Mio amato sovrano,

               prendeteli di petto, gl’Inglesi, e fate loro capire
               di quale monarchia siete a capo.
               Peccare d’amor proprio, mio sire, è cosa men vile
               del non amarsi abbastanza.


                                                       Entra Exeter.




              RE DI FRANCIA
                               Da parte di nostro fratello d’Inghilterra?



              EXETER
               Da lui in persona. Questo, Maestà, è il suo messaggio.
               Egli vi chiede, in nome di Dio onnipotente,
               di spogliarvi, mettendole da parte,

               delle glorie d’accatto che per dono del cielo,
               per legge di natura e diritto delle genti, spettano
               a lui e ai suoi eredi: e cioè la corona
               e tutto il ventaglio dei privilegi connessi,
               per consuetudine e tradizione secolare,

               alla corona di Francia. Acciocché voi sappiate
               che non si tratta di pretesa illegittima o invalida,
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