Page 15 - Shakespeare - Vol. 2
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Siate duro come i tempi, siate fuoco col fuoco, / minacciate chi minaccia e
sfidate il volto / del millantato orrore» (V, i, 45-50) − tentando di ricostruire
almeno la parvenza di quell’ordine simbolico di corrispondenze che è invece
franato per sempre − «così anche gli occhi dei subalterni, / che prendono in
prestito i comportamenti dai grandi, / si faranno grandi col vostro esempio /
indossando lo spirito indomito della risolutezza» (V, i, 50-53) − Giovanni non
saprà rispondere che con un gesto, cui consegna la sua uscita dal dramma
come protagonista: «È tuo il comando in queste circostanze» (V, i, 77).
Il centro del dramma si sposta dalla figura del re a ciò che resta una volta che
questa figura viene cancellata, e l’interrogativo cui dare risposta sarà allora
quello evocato dal Principe Enrico «Che certezza c’è al mondo, che speranza,
quale punto fermo, / quando questo che era un re è ora argilla?» (V, vii, 68-
69). La risposta, per provvisoria che possa apparire, non può che essere
legata a quella materialità che è il risultato della corrosione di tutti i valori
messi in campo: l’Inghilterra non sarà più un simbolo, una figura del re, una
sineddoche, ma la pura terra, i suoi cittadini, la materialità di una nazione
che prescinde da chiunque la rappresenti, quella terra-madre cui già ci si era
appellati di fronte al tradimento − («E voi, degeneri e ingrati ribelli, voi,
Neroni insanguinati, / che squarciate il ventre della vostra cara madre
Inghilterra», V, ii, 151-153).
Ciò cui si aggrappa il Bastardo «smarrito / tra le spine e i pericoli di questo
mondo» (IV, iii, 140-141), è «la sovrana eredità e la gloria di questa terra» (V,
vii, 102): se lui e Salisbury, a rappresentanza di tutto il popolo, in chiusura,
riasseriranno quei valori gerarchici, quei «leali servigi» (104), quella «eterna /
fedele sudditanza» (104-105), che erano stati corrosi e negati durante tutto il
dramma, è perché la storia, come lo spettacolo, must go on, “deve comunque
andare avanti”, e l’unica cosa che resta di un ordine trascendentale è
l’umano, troppo umano legame con un nonno − il «mio nonno era inglese»
(V, iv, 42, di Melun) −, o l’umano, troppo umano desiderio di non fare del
male, anche se, come Hubert, non è più possibile neanche giustificare il bene.
SILVANO SABBADINI
Bibliografia per «Re Giovanni»
TESTI
Il testo della presente edizione è essenzialmente quello stabilito da E.A.J.