Page 1462 - Shakespeare - Vol. 2
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della morte di York e Suffolk, gli episodi cui prendono parte i superstiti amici
di Falstaff (Bardolfo, Nym, Pistola e l’Ostessa), i quattro capitani (Fluellen,
Gower, Jamy e MacMorris), i semplici fanti Court, Williams e Bates, con la
mirabile scena notturna del loro colloquio col Re.
L’unica edizione di Enrico V autorizzata dalla compagnia di Shakespeare è
quella stampata nell’in-Folio del 1623 (F) e riprodotta, emendata e corretta,
negli in-Folio del 1632 (F2), 1663-64 (F3) e 1685 (F4). Si tratta di un testo
integrale, intitolato The Life of King Henry the Fifth, regolarmente corredato
da didascalie e sicuramente basato su manoscritto dell’autore: manoscritto
che sarà stato di non facile lettura, il che ha portato a numerosi errori di
stampa e trascrizione. Tale in-Folio, contrariamente a quanto accade per altri
drammi, è infinitamente preferibile alle edizioni in-Quarto: la prima delle
quali, uscita nel 1600 (Q1) non è che la manomissione di un testo più ampio
e coerente, ridotto drasticamente, ad uso − forse − delle tournées in
provincia. Mancano prologo, epilogo e cori, e le omissioni interessano un
terzo del dramma. Non migliori, per omissioni ed errori, gli in-Quarto
successivi del 1602 (Q2) e del 1619 (Q3 − che porta la data 1608). Si tratta
comunque di edizioni-pirata, dovute al successo iniziale dell’opera: che si dà
per scontato, sull’onda della popolarità delle due parti di Enrico IV, andate in
scena nel 1597 e 1598, e degli entusiasmi patriottici del 1599. Sulla base dei
pochi documenti esistenti si direbbe tuttavia che tale successo non sia durato
a lungo, forse per il contraccolpo del fallimento di Essex nell’opinione
pubblica, o forse perché i chronicle plays stanno passando di moda.
La presente edizione si basa sui testi della New Arden Edition, curato da J.H.
Walter (1954), e dei Meridiani Mondadori, curato da Giorgio Melchiori (1979).
Tra le migliori edizioni recenti consultate, quella di John Dover Wilson (1947,
New Cambridge Shakespeare), di A.R. Humphreys (1968, New Penguin
Shakespeare) e Gary Taylor (1984, The Oxford Shakespeare). Taluni
emendamenti innovativi del Taylor sono discussi nelle Note. Le parentesi
quadre indicano: integrazioni alle didascalie originali, come anche battute
presenti solo in Q1; interiezioni censurate dopo la legge contro l’uso delle
espressioni blasfeme in teatro (1605); o interpolazioni di attori, intese ad
animare il dialogo in senso colloquiale. Anche il titolo di testa è preso da Q1.
ANDREA COZZA