Page 1297 - Shakespeare - Vol. 2
P. 1297
diventano strilli in bocca a chi voleva
dare all’ira sciroppo di morale,
legare la forte pazzia con fili di seta,
e incantare il dolore con l’aria e con le parole
l’angoscia. No, no, ognuno sa cantare pazienza
a chi si torce sotto quel peso, ma poi
nessuno è buono e bravo a farci la lezione
quando soffre pure lui. Perciò non mi dare consigli:
il mio dolore è più forte di ogni esortazione.
ANTONIO
In questo gli uomini sono proprio come i bambini.
LEONATO
Ma statti zitto per favore. Io voglio essere
carne e sangue; e finora mai un filosofo
sopportò con pazienza un mal di denti
anche se poi scriveva come fosse un dio
sfidando con disprezzo il caso e i patimenti.
ANTONIO
Ma almeno non accollartelo tutto, il male;
fanne assaggiare un poco a chi t’offende.
LEONATO
Ora sì che ragioni; certo che lo farò.
Il cuore mi dice che Ero è calunniata,
e questo dovranno saperlo Claudio, e il Principe
e tutti quelli che l’hanno disonorata.
ANTONIO
Ecco il Principe e Claudio, van di prescia.
Entrano Don Pedro e Claudio.
DON PEDRO
Buon dì, buon dì.