Page 1174 - Shakespeare - Vol. 2
P. 1174

all’ultima scena dell’atto, nella quale Falstaff, anch’egli un arrant knave, riceverà poca indulgenza.

            246 V, i, 53 Ironico, visto che il paggio è un ragazzino, cfr. giant (I, ii, 1).
            247 V,  i,  67  Wilson  e  Humphreys  interpretano  curiosamente with  the  imputation  of  being  come  se
                 Falstaff  parlasse  della  propria  intimità  con  Shallow  («facendo  credere  loro  d’essere  intimo  del
                 padrone», trad. Meo); per Davison invece egli solletica i servi complimentandosi per la loro familiarità
                 col  padrone  (stressing  in  what  close  confidence  they  were  with  their  master):  interpretazione  più
                 logica, che si è seguita nella presente traduzione.
            248 V,  i,  72  C’è  un’ironia  involontaria  nel  fatto  che  Falstaff,  cattiva  compagnia  per  eccellenza,  ragioni
                 sulla necessità di evitare le cattive compagnie. E infatti la sua mente corre subito al Principe. Notare
                 anche l’ennesimo riferimento alla malattia.
            249 V, ii La scena, in blank verse salvo per il distico finale, si svolge a corte. L’episodio della riconciliazione
                 del nuovo Re col Giudice timoroso di rappresaglie si trova anche in Famous Victories (scena 9), ma
                 segue  anziché  precedere  la  rottura  con  John  Oldcastle,  ed  è  risolto  in  una  ventina  di  righe.  In
                 Holinshed  invece  il  nuovo  Re,  pur  decidendo  subito  di  dare  esempio  di  saggezza  allontanando  i
                 vecchi compagni, non dimentica l’offesa arrecatagli dal Giudice e lo priva dell’incarico, si comporta
                 cioè  proprio  come  teme  infondatamente  il  Primo  Giudice  di  Shakespeare  (9-13;  si  noti  il  motivo
                 dell’aspettativa delusa). Holinshed accenna anche che nell’episodio dello schiaffo torna a onore del
                 Principe il fatto che egli abbia ubbidito all’ordine di carcerazione, motivo da Shakespeare ripreso di
                 sfuggita, a maggiore onore del suo eroe (110-112).
            250 V,  ii,  18  Vi  è  un’incongruenza  nel  personaggio  di  Warwick,  che  in IV,  iv,  67-78,  aveva  difeso  il
                 Principe e si era detto sicuro del suo ravvedimento.
            251 V, ii, 48 Nel 1574 Amurat IV di Turchia salendo al trono strangolò tutti i suoi fratelli, e lo stesso fece
                 il  suo  successore,  Maometto III,  nel  1596  (Wilson).  Le  rassicurazioni  del  Re  suonano  ancora
                 ambigue e così tengono sulle spine gli spettatori.

            252 V, ii, 51 Essi sono vestiti di nero, egli di rosso regale (Holland).
            253 V,  ii,  123  Intende  che  ha  sepolto  tutto  il  suo  disordine  con  il  padre.  Enrico IV  aveva  usato
                 un’espressione analoga, vedi IV, v, 189-190.
            254 V, iii La scena si svolge nel giardino di Shallow, alla fine della buona cena campestre che abbiamo
                 visto ordinare in V, i, 23-25. Shallow e Silence sono brilli, illustrazione involontaria dei magici effetti del
                 vino decantati in IV, iii da Falstaff. Questi è di ottimo umore e per la cena e perché il suo piano di
                 alleggerire il giudice sta andando a gonfie vele; e a questo punto riceve la notizia da sempre attesa:
                 il Principe suo amico è ora Re. Prosa, ad eccezione delle spassose canzonette di Silence e delle tirate
                 magniloquenti di Pistol e qualche risposta a Pistol di Falstaff e Shallow.

            255 V,  iii,  75  Samingo  sta  forse  per  Monsieur  Mingo,  protagonista  di  una  nota  canzone  omonima,  di
                 origine francese, musicata da Orlando di Lasso (1532-1594).

            256 V, iii, 90 Silence intende greatest nel senso di più corpulento, mentre Bardolph intende che Falstaff
                 ha  acquistato  autorevolezza  in  seguito  all’incoronazione  del  Principe  suo  intimo.  Puff  rimanda  a to
                 puff  up,  puffed  up  (gonfiare,  gonfio).  Pistol  a  sua  volta  si  arrabbia  per  il  paragone  a  un  illustre
                 sconosciuto (o intende puff nel senso di “sbruffone”). Barson è forse Barcheston (pron. /bàrston/)
                 presso Stratford.
            257 V, iii, 96 Le “buone notizie” di Pistol rimandano al tema delle false buone nuove del Prologo e I, i.
            258 V, iii, 102 Allusione a una ballata che raccontava di un re africano che sposava una mendicante,
                 vedi Love’s  Labours  Lost,  I,  ii,  e IV,  i; Romeo  and  Juliet,  II,  i; Richard II,  V,  iii.  «Assiro»  vale
                 “pagano”, forse con un bisticcio su  ass, somaro. Falstaff sta al gioco delle tirate pseudoteatrali care
                 a Pistol e gli risponde a tono (non per nulla presentandosi come un re).

            259 V, iii, 103 Da una ballata.
   1169   1170   1171   1172   1173   1174   1175   1176   1177   1178   1179