Page 1173 - Shakespeare - Vol. 2
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sentimenti di affetto per il padre, ignoti al padre stesso, confermando quanto aveva suggerito a
Poins in II, ii, 44-45. Il tono contrasta con la «spigliatezza esagerata» affettata da Hal nello scambio
iniziale con i fratelli, «come per evitare di esibire un dolore al quale egli sa che nessuno crederà»
(Bevington).
235 IV, v, 108 Accusa il Principe di volerlo uccidere, calunnia già accennata e respinta dal Principe in 1, V,
iv, 50-51, dopo aver tratto in salvo il Re dal duello con Douglas. Ma il ravvedimento del Principe nella
Parte I è per motivi drammatici completamente ignorato nella Parte II.
236 IV, v, 154 Il Principe aveva accennato al suo progetto di sorprendere il mondo con un
ravvedimento improvviso nel celebre monologo conclusivo di 1, I, ii.
237 IV, v, 186 Il Re confessa per la prima volta il proprio senso di colpa in relazione all’usurpazione;
ancora in III, i, 73-74 aveva affermato la propria innocenza, di essere stato spinto dalla necessità,
non dalla volontà di potere. Il brano è assai vicino a Holinshed: «‘Bene, caro figlio’, disse il Re con un
grande sospiro, ‘quale diritto avessi ad essa [la corona] lo sa Dio’. ‘Bene’, disse il Principe, ‘se
morirete re, avrò la corona e confido di difenderla con la spada contro tutti i miei nemici, come
avete fatto voi’». Cfr. sotto, 218-224.
238 IV, v, 215 Lo stesso consiglio viene dato dal Re in Daniel, Civil Wars III 127: «A te rimane porre in
atto il mio intento [la crociata]: / e per essere sicuro non devi mai restare ozioso, / ma promuovi
sempre qualche grande azione / per controllare quelle menti che altrimenti praticherebbero il male»
(Wilson).
239 IV, v, 234 Sala nell’Abbazia di Westminster, così chiamata perché tre frasi su Gerusalemme erano
scritte sul camino (Wilson). In essa dunque si svolge idealmente IV, iv, mentre IV, v implica uno
spostamento sul palcoscenico che significa un’altra stanza. L’episodio della profezia è riferito da
Holinshed. Così gli ultimi versi della lunga scena si ricollegano al motivo con cui si era aperta (sopra,
iv, 1-7).
240 ATTO V L’atto V, l’unico che non presenta personaggi nuovi di rilievo (solo Davy, il fattore di
Shallow), risolve l’ultimo nodo della vicenda: il comportamento che terrà il nuovo Re, e con ciò il suo
rapporto con Falstaff. Esso alterna di conseguenza gli ozi campestri di Falstaff presso il giudice
Shallow (i, iii) con la rappacificazione del Re con il Primo Giudice (assente dalla scena da II, i) e la
misera sorte di Quickly e Doll (iv). La tempesta che si è andata addensando sul capo dell’incauto
Falstaff si scatena nella scena ultima e decisiva (v).
241 V, i La scena, in prosa, si svolge davanti alla casa del giudice Shallow nel Gloucestershire. Falstaff ha
appena messo in atto il suo progetto di visitare Shallow per pelarlo, e il giudice abbocca e insiste
perché si trattenga a cena. Vediamo il povero giudice tutto preoccupato di compiacere la sua
conoscenza influente, e un quadretto della vita di campagna nel dialogo con il fattore Davy, che
approfitta del colloquio col giudice per sottoporgli alcune altre questioni relative alla gestione del
podere nonché della giustizia. I commenti di Falstaff sui rapporti, a suo dire troppo familiari, fra
Shallow e Davy riportano al nodo dell’eccessiva familiarità di Falstaff col Principe, nodo che presto
verrà al pettine.
242 V, i, 1 By cock è imprecazione eufemistica che sta per By God. Vedi Hamlet, IV, v, 61. Pie è un
libro contenente le regole delle funzioni cattoliche (Humphreys). La battuta di Shallow sembra
rispondere a quella conclusiva della scena precedente, anche con la rima pie/die.
243 V, i, 19 Bucket significa secchia o giogo, cfr. III, ii, 255.
244 V, i, 21 Hinckley (Hunkly, Q) è una cittadina presso Coventry, trenta miglia a nordest di Stratford-
upon-Avon, dove si teneva una fiera il 26 agosto.
245 V, i, 35 Visor e Perkes erano nomi comuni nel Gloucestershire ai tempi di Shakespeare. Woncot è
forse la vicina Stinchcombe Hill. Ma Malone identificò Woncot con Wilmcote presso Stratford, dove è
anche un luogo detto Hill. Il discorso di Davy che chiede indulgenza al giudice per l’amico prelude