Page 1131 - Shakespeare - Vol. 2
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articoli.
          Il Conte di Westmoreland, usando maggiore astuzia degli altri, disse: «Bene,
          il nostro viaggio è così giunto al fine desiderato; e visto che i nostri uomini
          sono stati a lungo in armi, che essi tornino a casa alle loro consuete faccende

          e mestieri. Intanto beviamo insieme in segno di pace affinché gli uomini di
          entrambe  le  parti  possano  vederlo  e  sapere  che  è  vero  che  ci  siamo
          accordati». Appena si furono stretta la mano, l’Arcivescovo inviò un cavaliere
          a annunziare alla sua gente che pace era stata fatta, ordinando a ogni uomo

          di deporre le armi e di tornare a casa. I soldati, vedendo segni di pace come
          le strette di mano e i brindisi amichevoli dei signori, già stanchi dalla fatica
          inusitata della guerra, ruppero le file e si diressero a casa. Ma intanto, mentre
          la gente dell’Arcivescovo si ritirava, il numero della parte avversa aumentava,

          secondo un ordine dato dal Conte di Westmoreland. Eppure l’Arcivescovo non
          si accorse di essere stato ingannato finché il Conte di Westmoreland arrestò
          insieme lui e il Lord Cerimoniere con diversi altri. Così narra Walsingham.
          Ma  altri  scrivono  diversamente  della  faccenda,  affermando  che  in  effetti  il

          Conte di Westmoreland e Lord Ralph Evers fecero sì che l’Arcivescovo e il Lord
          Cerimoniere venissero a parlamentare su un terreno proprio a metà fra i loro
          eserciti,  dove  il  Conte  di  Westmoreland  disse  loro  quanto  era  pericolosa
          l’impresa che avevano iniziato nel sollevare la gente e muovere guerra contro

          il Re, perciò consigliando loro di sottomettersi senza indugio alla pietà [cfr.  IV,
          iii, 15] del Re e suo figlio Lord John, che era presente sul campo con vessilli
          spiegati, pronto a risolvere la faccenda con la forza delle spade [by dint of
          sword, cfr.  IV, i, 128] se rifiutavano il consiglio. E pertanto augurava che essi

          meditassero bene e, se non cedevano e non chiedevano il perdono del Re,
          che badassero a difendersi come meglio potevano.
          In seguito a ciò l’Arcivescovo e il Lord Cerimoniere si sottomisero al Re e suo
          figlio Lord John che era lì presente e non tornarono al loro esercito. Al che le

          loro  truppe  si  dispersero  e  andarono  per  le  loro  vie  ma,  dopo  un
          inseguimento, molti furono catturati, molti uccisi, e molti spogliati di ciò che
          avevano e poi lasciati andare.
          Comunque avvennero le cose, è certo che l’Arcivescovo e il Lord Cerimoniere

          furono condotti a Pomfret dal Re, che nel frattempo vi era giunto con le sue
          forze, e lì decapitati il giorno dopo Pentecoste [1405] in un luogo fuori dalla
          città [...] Alle quali persone tutte per quanto fosse stata promessa indennità,
          pure essa non fu concessa. [...]

          L’Arcivescovo  sopportò  la  morte  con  grande  rassegnazione,  tanto  che  il
          popolo ritenne che fosse morto da martire [...]
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