Page 380 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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nell’edizione  dell’Anticristo  del  1895  ma  ripristinati  in
                   Gast  si  consumò  nelle  edizioni  successive,  allargate  a
 quelle  successive.  Poca  roba  e  comunque  niente  a  che  e non di un’opera compiuta, l’arbitrio di Elisabeth e di
 fare col nazismo, ma piuttosto con questioni personalis-  1067  aforismi  che  andavano  dal  1883  al  1888,  perché
 sime e col timore dell’intervento della censura. Conside-  ordinarono i frammenti per temi e non cronologicamen-
 rato il suo carattere autoritario e il monopolio che ebbe  te come correttezza filologica avrebbe voluto. La mani-
 dei testi del fratello, di cui avrebbe potuto fare quel che  polazione quindi non sta nei testi, che non furono alte-
 voleva, Elisabeth si contenne molto. A differenza di altri  rati in alcun modo, né per aggiunta né per sottrazione,
 sapeva con chi aveva a che fare. Secondo una testimo-  e sono interamente quelli di Nietzsche, né, tanto meno,
 nianza  attendibile  di  Gabriella  Reuter,  alla  madre  che  nel titolo del cui violento impatto Nietzsche era il primo
 voleva cassare “l’orribile” Anticristo (ma lui, quando era  a  essere  consapevole  («Sotto  il  titolo  non  innocuo  di
 ancora sano, l’aveva preavvertita, «mammina, non sono  Volontà di potenza prende qui la parola una nuova filo-
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 cose per te» ) e alcune poesie, Elisabeth aveva risposto:  sofia...» ) e al quale non rinunciò mai, ma nell’aver reso
 «Le opere di un genio appartengono al mondo, non alla  tematico e in qualche modo sistematico ciò che nemme-
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 famiglia» .       no Nietzsche era riuscito a render tale, tanto da rinviare
 È vero che Elisabeth, con la collaborazione di Gast e,  l’opera a giorni migliori che, per l’esplosione della follia,
 in un primo tempo, di August Horneffer, pubblicò nel  non  arrivarono  più.  Questo  naturalmente  è  grave  ma
 1901,  nel  1906  e  nel  1911,  un’opera,  l’anche  troppo  non rende Nietzsche più o meno precursore del nazismo
 famigerata  Volontà  di  potenza (Wille  zur  Macht)  che,  perché che il pensiero della “volontà di potenza”, siste-
 com’è stato chiarito una volta per tutte in modo inoppu-  matizzato o no, sia comunque centrale in Nietzsche non
 gnabile  dall’edizione  Adelphi  di  Colli  e  Montinari,  è  il  ghiribizzo  di  Elisabeth  per  vendere  più  copie,  ma
 Nietzsche  non  aveva,  in  quanto  tale,  mai  scritto,  defi-  l’opinione di Heidegger – che è sicuramente l’interprete
 nendola,  per  di  più,  “fondamentale”  nel  pensiero  del  più penetrante di Nietzsche –, il quale ritiene che intor-
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 fratello .  Ed  è  proprio  questo  l’addebito  più  pesante  no a questa idea, indissolubilmente legata a quella del-
 che le si muove. Ma si tratta di un falso molto relativo.  l’“eterno ritorno” ruoti, sia negli editi che negli inediti,
 Elisabeth utilizzò materiali che Nietzsche aveva preso a  tutto il pensiero nicciano degli ultimi anni.
 elaborare dal 1883 in vista di un libro che voleva chia-  L’interpretazione  di  Nietzsche  in  senso  nazista  non
 mare  Volontà  di  potenza  (o  Trasvalutazione  di  tutti  i  dipende quindi dalle manipolazioni della sorella ma da
 valori), di cui annunciò più volte pubblicamente l’uscita  chi lo legge. Come avverte Montinari, “buoni lettori” di
 come sua “opera principale”, a cui lavorò, con piani e  Nietzsche, lettori cioè che non lo nazifichino, si poteva
 abbozzi, fino all’estate del 1888 e anche oltre, e che alla  essere anche prima che si scoprissero, o si facesse finta
 fine,  non  riuscendo  a  venirne  a  capo,  rinviò  sine  die  di scoprire (perché Elisabeth non sostenne mai che La
 senza però rinunciarvi del tutto. Mentre per l’edizione  volontà di potenza era un libro compiuto e pronto per la
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 del 1901 c’è veramente poco da dire, sia perché 372 dei  stampa ),  le  manipolazioni  della  sorella .  Si  tratti  di
 483  frammenti  furono  ordinati  secondo  una  precisa  Nietzsche o di Marx o di Trotzkij o di qualunque gran-
 numerazione e rubricazione di Nietzsche e appoggian-  de pensatore il problema è sempre quello degli epigoni.
 dosi  a  un  suo  piano  abbozzato  nel  1887,  sia  perché  si  C’è anche chi ha interpretato Nietzsche in chiave marxi-
 avvertiva il lettore che si trattava di “studi e frammenti”  sta o addirittura come un teorico della democrazia ame-




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