Page 362 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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ha via libera tutto ciò che si era negato in vita: la sessua-
                   sibilità di tornare a insegnare filologia.
 lità, l’aggressività fisica, la corporeità, l’esibizionismo, il  periodo in cui si sentiva un po’ meglio parlò della pos-
 turpiloquio.  Si  può  dire  che  Nietzsche  pazzo  diventa  Quindi quando Nietzsche è pazzo non è più filosofo,
 finalmente quello che non era mai stato: un uomo. Ma  nemmeno parzialmente, nemmeno nei momenti di luci-
 un uomo senza cervello. Perché in lui cervello e corpo,  dità,  nemmeno  in  modo  strampalato.  Ergo,  quando
 istinto e ragione, erano scissi e non potevano convivere.  Nietzsche è filosofo, cioè fino al 2 gennaio del 1889, non
 O l’uno o l’altro: o un cervello senza corpo o un corpo  è pazzo.
 senza cervello.
 Un’altra questione, dibattuta anch’essa fino alla nau-
 sea e oltre, è se e in che misura la follia abbia intaccato  A Naumburg madre e figlio ripresero la loro routine.
 l’opera di Nietzsche. C’è chi sostiene che almeno Ecce  Al mattino presto, dopo colazione, lunga passeggiata, in
 homo sia da addebitarsi alla pazzia, chi mette all’indice  genere ai giardini pubblici ma azzardando anche qual-
 tutte le opere del 1888, chi vi aggiunge Al di là del bene  che capatina in città. A mezzogiorno rientravano, veniva
 e  del  male  e  Genealogia  della  morale,  salvando  solo  le  il  barbiere,  poi  Nietzsche  si  metteva  un  poco  al  piano
 opere che vanno, a ritroso, dallo Zarathustra in giù, chi  suonando qualcosa di suo oppure leggendo uno spartito
 ritiene  che  anche  la  quarta  parte  dello  Zarathustra  sia  da  un  vecchio  libro  di  musica  che  aveva  ritrovato  in
 inficiata e chi infine bolla l’intero pensiero di Nietzsche  casa. Dopo pranzo andavano sulla veranda e la madre
 col  marchio  d’infamia  della  follia,  come  Möbius  che  gli leggeva per ore ad alta voce. Ormai anche Franziska
 termina  il  suo  saggio  col  grido  d’allarme:  «Guardatevi  aveva rinunciato a illudersi che il figlio capisse qualcosa
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 da quest’uomo perché era un malato di mente» .  di quel che gli leggeva, dava anzi segni di fastidio se lei
 Anche la soluzione di questa questione è più semplice  cercava di stimolarlo fermandosi su un passo del testo.
 di quanto non si pensi. Nei primi anni della follia Nietz-  Questa  solfa  andava  avanti  fino  a  cena,  che  secondo
 sche era ancora in grado di fare lunghe chiacchierate, a  l’uso  nordico  veniva  consumata  piuttosto  presto,  e
 volte pienamente lucide, con Gast, con Overbeck, con la  Nietzsche si strafocava dei prediletti panini al prosciutto
 madre. Parlava di tutto ma non accennò mai a questioni  e di cioccolata (a mezzogiorno preferiva invece il miele).
 di  filosofia,  al  suo  pensiero  e  tanto  meno  alla  propria  Poi  di  nuovo  a  passeggio  fino  alle  dieci,  ora  in  cui  la
 opera  che  pur  aveva  seguito  con  tanta  attenzione,  con  madre lo metteva a letto.
 tanto amore e con tanta precisione fino all’ultimo giorno  I primi giorni Franziska si portava dietro durante le
 prima del crollo, al punto di segnalare allo stampatore il  passeggiate, per sicurezza, l’unico pigionante che le era
 cambio  di  un  accento.  E  quando  Gast  o  Overbeck  o  rimasto, un certo Tittel. Ma la cosa durò pochissimo, il
 anche i medici tentavano di portarlo su quel terreno lui  secondo giorno Nietzsche buttò dispettosamente a terra
 scantonava,  si  ritraeva,  ammutoliva.  Non  parlò  mai,  la  colazione  che  la  madre  gli  aveva  preparato  e  Fran-
 nemmeno una volta, nemmeno per caso, nemmeno per  ziska capì che era per la presenza di Tittel. Allora esco-
 scherzo,  di  rimettere  le  mani  sulla  sua  opera.  L’aveva  gitò di far camminare l’improvvisato infermiere una cin-
 completamente dimenticata, rimossa, non lo riguardava  quantina di passi dietro. Il trucco funzionò e Nietzsche
 più. Mentre rimase attaccato, finché la demenza non lo  non  si  accorse  di  nulla.  Ma  non  ci  fu  mai  bisogno  di
 inghiottì del tutto, alle sue composizioni musicali e in un  Tittel perché il malato era diventato tranquillo.




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