Page 361 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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ha via libera tutto ciò che si era negato in vita: la sessua-
                                                                                          sibilità di tornare a insegnare filologia.
                   lità, l’aggressività fisica, la corporeità, l’esibizionismo, il        periodo in cui si sentiva un po’ meglio parlò della pos-
                   turpiloquio.  Si  può  dire  che  Nietzsche  pazzo  diventa              Quindi quando Nietzsche è pazzo non è più filosofo,
                   finalmente quello che non era mai stato: un uomo. Ma                   nemmeno parzialmente, nemmeno nei momenti di luci-
                   un uomo senza cervello. Perché in lui cervello e corpo,                dità,  nemmeno  in  modo  strampalato.  Ergo,  quando
                   istinto e ragione, erano scissi e non potevano convivere.              Nietzsche è filosofo, cioè fino al 2 gennaio del 1889, non
                   O l’uno o l’altro: o un cervello senza corpo o un corpo                è pazzo.
                   senza cervello.
                      Un’altra questione, dibattuta anch’essa fino alla nau-
                   sea e oltre, è se e in che misura la follia abbia intaccato              A Naumburg madre e figlio ripresero la loro routine.
                   l’opera di Nietzsche. C’è chi sostiene che almeno Ecce                 Al mattino presto, dopo colazione, lunga passeggiata, in
                   homo sia da addebitarsi alla pazzia, chi mette all’indice              genere ai giardini pubblici ma azzardando anche qual-
                   tutte le opere del 1888, chi vi aggiunge Al di là del bene             che capatina in città. A mezzogiorno rientravano, veniva
                   e  del  male  e  Genealogia  della  morale,  salvando  solo  le        il  barbiere,  poi  Nietzsche  si  metteva  un  poco  al  piano
                   opere che vanno, a ritroso, dallo Zarathustra in giù, chi              suonando qualcosa di suo oppure leggendo uno spartito
                   ritiene  che  anche  la  quarta  parte  dello  Zarathustra  sia        da  un  vecchio  libro  di  musica  che  aveva  ritrovato  in
                   inficiata e chi infine bolla l’intero pensiero di Nietzsche            casa. Dopo pranzo andavano sulla veranda e la madre
                   col  marchio  d’infamia  della  follia,  come  Möbius  che             gli leggeva per ore ad alta voce. Ormai anche Franziska
                   termina  il  suo  saggio  col  grido  d’allarme:  «Guardatevi          aveva rinunciato a illudersi che il figlio capisse qualcosa
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                   da quest’uomo perché era un malato di mente» .                         di quel che gli leggeva, dava anzi segni di fastidio se lei
                      Anche la soluzione di questa questione è più semplice               cercava di stimolarlo fermandosi su un passo del testo.
                   di quanto non si pensi. Nei primi anni della follia Nietz-             Questa  solfa  andava  avanti  fino  a  cena,  che  secondo
                   sche era ancora in grado di fare lunghe chiacchierate, a               l’uso  nordico  veniva  consumata  piuttosto  presto,  e
                   volte pienamente lucide, con Gast, con Overbeck, con la                Nietzsche si strafocava dei prediletti panini al prosciutto
                   madre. Parlava di tutto ma non accennò mai a questioni                 e di cioccolata (a mezzogiorno preferiva invece il miele).
                   di  filosofia,  al  suo  pensiero  e  tanto  meno  alla  propria       Poi  di  nuovo  a  passeggio  fino  alle  dieci,  ora  in  cui  la
                   opera  che  pur  aveva  seguito  con  tanta  attenzione,  con          madre lo metteva a letto.
                   tanto amore e con tanta precisione fino all’ultimo giorno                I primi giorni Franziska si portava dietro durante le
                   prima del crollo, al punto di segnalare allo stampatore il             passeggiate, per sicurezza, l’unico pigionante che le era
                   cambio  di  un  accento.  E  quando  Gast  o  Overbeck  o              rimasto, un certo Tittel. Ma la cosa durò pochissimo, il
                   anche i medici tentavano di portarlo su quel terreno lui               secondo giorno Nietzsche buttò dispettosamente a terra
                   scantonava,  si  ritraeva,  ammutoliva.  Non  parlò  mai,              la  colazione  che  la  madre  gli  aveva  preparato  e  Fran-
                   nemmeno una volta, nemmeno per caso, nemmeno per                       ziska capì che era per la presenza di Tittel. Allora esco-
                   scherzo,  di  rimettere  le  mani  sulla  sua  opera.  L’aveva         gitò di far camminare l’improvvisato infermiere una cin-
                   completamente dimenticata, rimossa, non lo riguardava                  quantina di passi dietro. Il trucco funzionò e Nietzsche
                   più. Mentre rimase attaccato, finché la demenza non lo                 non  si  accorse  di  nulla.  Ma  non  ci  fu  mai  bisogno  di
                   inghiottì del tutto, alle sue composizioni musicali e in un            Tittel perché il malato era diventato tranquillo.




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