Page 359 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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medicinali, sia calmanti che eccitanti. Soffrì di insonnia
contraddizioni esistenziali che lo laceravano, e “fuggì”
soprattutto negli anni Settanta e nei primi Ottanta e fu l’enorme tensione intellettuale cui era sottoposto, le
allora che fece uso, e forse abuso, di cloralio idrato e, in nella follia anche se certo non lo fece volontariamente e
alcuni periodi, anche di oppio. Ma uno non impazzisce consciamente, ma al contrario, come era sempre stato
perché dieci anni prima ha preso dei sonniferi. Inoltre nella sua vita, fu la malattia a decidere per lui.
Nietzsche assumeva il cloralio idrato, l’oppio e altri cal- Secondo Colli e Montinari Nietzsche non sopportò la
manti per combattere i disturbi che lo avrebbero porta- tensione fra la consapevolezza di essere “nato postu-
to alla follia, questi medicinali erano quindi una delle mo”, di non poter essere compreso dagli uomini del suo
conseguenze della malattia, non la causa. tempo, e il bisogno disperato di essere riconosciuto un
Le ragioni della pazzia di Nietzsche non vanno cerca- grande mentre era ancora in vita. Allora si rifugiò in un
te in agenti esogeni, cioè in fattori esterni che avrebbero mondo immaginario dove questa antitesi era conciliabi-
finito per attaccare e intaccare il suo cervello, ma diret- le, dove lui, diventato Dioniso, Cristo, Dio, disponeva di
tamente nella sua mente, nella sua psiche, nelle sue la- tutte le umane cose. Questo mondo immaginario era la
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ceranti contraddizioni psicologiche ed esistenziali. follia .
In Al di là del bene e del male Nietzsche ha scritto: Secondo Lou Andreas-Salomé Nietzsche ad un certo
«Talvolta la follia stessa è la maschera per un sapere punto non resse più un pensiero come quello del-
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infelice e troppo certo» . Gast ebbe l’impressione, in l’“eterno ritorno”, «il pensiero più grave», «il pensiero
alcuni momenti, che Nietzsche fingesse di essere pazzo: abissale», che sembrava rendere inutile qualsiasi fare
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«Ho visto Nietzsche in condizioni in cui sembrava che umano e, quindi, anche il suo filosofare .
fingesse la follia, come se fosse contento che fosse anda- Secondo Janz Nietzsche impazzì perché non riuscì a
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ta a finire così» . E un’analoga sensazione, sia pur di conciliare l’ambizione di fare un’opera sistematica, “de-
sfuggita, provò anche Overbeck. Sarebbe molto affasci- finitiva”, con la natura frammentaria, aforistica e
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nante, molto romantico, molto dentro la retorica del sempre “in progress” del suo pensiero .
culto di Nietzsche, e forse anche consolante, se fosse Secondo Horst Althaus, infine, impazzì perché non
andata davvero così, se Nietzsche si fosse ritirato dietro riuscì a superare l’ossessione per Wagner, la cui figura
una pazzia che in realtà simulava per sfuggire a una ritorna prepotentemente in campo nell’ultimo anno,
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condizione esistenziale che non sopportava più e starse- quello del crollo .
ne in tal modo al riparo dalla vita. Purtroppo le cose Sono tutte ipotesi molto suggestive, ma poco proba-
stanno in modo diverso. Se poté nascere questo sospet- bili. Non si impazzisce per queste cose. Nietzsche im-
to è perché, evidentemente, c’era a tratti in Nietzsche pazzì perché non riuscì più a contenere gli istinti che
quel «fingere di fingere che», come scrive Hollingdale, per tutta la vita aveva represso. Per anni e anni li aveva
«si accompagna stranamente ad alcune forme di paz- tenuti sotto controllo, castrati, non concedendo loro al-
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zia» . cuno sfogo, e gli istinti si erano dapprima scaricati e
Tuttavia c’è qualcosa di vero, che lo riguarda, quando vendicati sul corpo, somatizzando il disagio con le emi-
Nietzsche parla della follia come «maschera per un sa- cranie, il vomito, le gastriti e gli altri disturbi, finché
pere infelice e troppo certo». Alla fine del 1888 Nietz- eruppero e fecero saltare il cervello come il coperchio di
sche non era più in grado di reggere il proprio cervello, una pentola in ebollizione. E infatti nel Nietzsche pazzo
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