Page 278 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Ai  primi  di  febbraio  Elisabeth  e  il  marito  partirono
                   di aprile va ospite a Venezia, in calle nuova San Cancia-
 per il Paraguay. Che l’ingombrante Förster si fosse tolto  mese dopo, il bistrattatissimo Peter Gast da cui alla fine
 dai piedi è un sollievo per Nietzsche («è una fortuna che  no  5256.  Però  il  musicista,  prudentemente,  si  è  dato,
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 sia andato via» ), ma la partenza della sorella, ad onta  rifugiandosi  nella  casa  paterna  di  Annanberg.  Ma  che
 di tutte le incomprensioni, lo addolorò profondamente.  cosa  può  fare,  da  solo,  in  una  città  complicata  come
 Le  scrive:  «Mi  faccio  coraggio  quanto  posso,  ma  una  Venezia un uomo mezzo cieco? «Non sto bene, gli occhi
 malinconia senza pari si impossessa ogni giorno di me,  mi  torturano  giorno  e  notte.  Il  tempo  è  meravigliosa-
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 specialmente la sera» .  mente limpido, fresco, ma non posso guardare niente e
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 Rifiuta  però  di  contribuire  alla  colonia,  che  è  stata  tutto mi fa male» .
 battezzata Nuova Germania, acquistando un pezzetto di  Parte quindi per Naumburg, anche per fare compa-
 terra per 300 marchi, come ha fatto la sorella di Förster.  gnia alla vecchia madre rimasta sola dopo la partenza di
 Sovvenzioni vennero anche da tutti gli altri familiari di  Elisabeth.  Franziska  e  la  sua  “vecchia  creatura”,  come
 Förster,  dagli  stessi  parenti  di  Nietzsche  e  un  piccolo  Nietzsche ha preso da un po’ di tempo a chiamarsi, si
 contributo lo dette persino la vecchia domestica, la fede-  trovano bene insieme, senza Elisabeth d’intorno, e pro-
 le Alwine. Lui niente, anche perché prevede grosse dif-  gettano  altri  rendez-vous  simili.  Franziska,  che  ha  ses-
 ficoltà per Förster nel gestire «emigranti tedeschi, pro-  sant’anni e, a differenza del figlio, ancora una straordi-
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 babilmente inaspriti e velenosi» . E così andrà.  naria vitalità, fa di tutto per tener su il morale di Frie-
 Alla notizia che Erwin Rohde è stato nominato ordi-  drich.
 nario di filologia a Lipsia scrive al «caro e vecchio ami-  Da Naumburg Nietzsche si reca a Lipsia, un po’ per
 co» una lettera struggente in cui ricorda il loro giovanile  trafficare  con  gli  editori  ma  soprattutto  per  incontrare
 sodalizio in quella città: «Mi pare un sogno essere stato  Rohde. Dirà quest’ultimo: «Lo circondava un’incredibi-
 anch’io una volta “un giovane di belle speranze”... Nien-  le atmosfera di estraneità... Era come se venisse da una
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 te mi riuscì... Non v’è dubbio: sono un asino. Caro vec-  terra in cui non abita nessuno» . Ma anche Nietzsche è
 chio amico Rohde mi pare che per quanto concerne la  deluso dall’incontro, inoltre lo irrita molto che Rohde e
 vita  tu  te  ne  intenda  meglio  di  me.  Infatti  hai  saputo  le altre vecchie conoscenze di Lipsia lo trattino con un
 inserirti in essa mentre io la vedo sempre più da lontano;  tono  di  benevolenza,  cioè  di  sufficienza,  come  uno  di
 forse per questo la scorgo sempre più evidente, sempre  cui non si può non avere compassione, un fallito. «Ora
 più terribile, sempre più vasta e affascinante. Ma guai a  è come se appartenessimo a mondi diversi e non parlas-
 me se un giorno non potessi più reggere così straniato  simo la stessa lingua. Mi muovo tra loro come uno stra-
 da tutti! Veniam vecchi, la nostalgia ci coglie... Non tutti  niero, come un proscritto, senza che mi arrivi una paro-
 quelli che vorrebbero trovare sanno cercare; così siedo,  la, uno sguardo. Ammutolisco – perché non compren-
 e aspetto, e non arriva nulla, e non so far altro di meglio  dono le mie parole – ahimè non mi hanno mai capito.
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 che raccontare al vecchio amico che sono solo» .  Terribile essere condannato al silenzio quando si ha tan-
 A metà marzo ha finito il manoscritto di Al di là del  to  da  dire...  L’incomunicabilità  è  la  più  terribile  delle
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 bene e del male, deve però ricopiarlo lui stesso, perché  solitudini» .
 gli manca l’amanuense, e ci mette un’infinità di tempo.  A Sils, dove si rifugia ai primi di luglio, ha gli stessi
 A correggergli le bozze sarà, ancora una volta, qualche  problemi agli occhi accusati a Venezia. «All’aperto fa un




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