Page 227 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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dispensabile la Sua partecipazione, la mia e quella di una signora più
 anziana, come per esempio la signorina von Meysenbug», Triangolo
 di lettere, cit., p. 88.
 39  L. Andreas-Salomé, Vita di Nietzsche, cit., p. 108.
 40  Triangolo di lettere, cit., pp. 444-445.
 41  Ibid.                   SOLO, MA NON DEL TUTTO
 42  H.F. Peters, Mia sorella, mia sposa, cit., p. 169.
 43  Triangolo di lettere, cit., p. 226.
 44  Ibid.,  p.  192.  Questo  vorticoso  incrociarsi  di  lettere,  quasi  in
 tempo reale, non deve sorprendere. Allora la posta era l’unico mezzo
 di  comunicazione  e,  almeno  in  area  tedesca,  una  lettera  spedita  di
 primo mattino arrivava la sera, o al massimo, il giorno dopo.
 45  Ibid., p. 151.
 46  Ibid., pp. 224-230.
 47  Ibid., p. 227.   Durante tutto il periodo in cui fu impegnato a corteg-
 48  Ibid.         giare Lou, Nietzsche era stato benissimo. Almeno rispet-
 49  Ibid., p. 160.  to al suo standard abituale: in sei mesi aveva avuto sì e
 50  L. Andreas-Salomé, Vita di Nietzsche, cit., p. 205.
 51  Triangolo di lettere, cit., p. 157.  no tre o quattro attacchi e non dei peggiori. Ripresero
 52  L. Andreas-Salomé, Vita di Nietzsche, cit., p. 56 e Triangolo di  a novembre quando cominciò a rendersi conto che Lou
 lettere, cit., p. 160.  se n’era andata con l’“amico Rée” e che era perduta per
 53  Triangolo di lettere, cit., p. 162.  sempre.
 54  Ibid.
 55  Ibid., p. 157.   È  probabile  che  se,  per  una  qualche  sorte,  Lou  gli
 56  H.F. Peters, Mia sorella, mia sposa, cit., p. 183.  avesse detto di sì Nietzsche sarebbe guarito, ma è altret-
 57  Triangolo di lettere, cit., p. 197.  tanto probabile che non avrebbe più scritto nulla di si-
 58  Ibid., pp. 114-115.  gnificativo  e  la  sua  opera  si  sarebbe  fermata  alla  Gaia
 59  Ibid.
 60  Ibid., p. 216.  scienza. Lui stesso lo intuiva. A Tautenburg, nel momen-
 61  Ibid., p. 215.  to migliore e più felice del suo rapporto con Lou, inna-
 62  C.P. Janz,  Vita di Nietzsche, cit., vol. , p. 136.  moratissimo, le aveva detto: «Non posso vivere a lungo
 63  Vedi retro, p. 226.  accanto a lei» . Per essere filosofo aveva bisogno della
                                1
 64  Triangolo di lettere, cit., p. 202.
 65  Ibid., p. 208.  sofferenza e della solitudine. La Salomé ha scritto che:
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 66  L. Andreas-Salomé, Il mito di una donna, cit., p. 78.  «Viveva il pensiero più di quanto non lo pensasse» . È
 67  Ibid., p. 80.  un paradosso che centra il bersaglio se sta a significare
 68  Triangolo di lettere, cit., p. 238.  non che  Nietzsche  viveva ciò  che  pensava –  ché,  anzi,
 69  Ibid., pp. 233-234.
 70  Ibid., p. 235.  era  proprio  il  contrario  –  ma  che  per  filosofare  aveva
 71  Ibid., pp. 236-237.  bisogno di annullarsi come uomo.
 72  Ibid., pp. 243-244.  A novembre ricominciarono quindi le emicranie e il
                   vomito  ma,  pur  continuando  a  condizionargli  la  vita,
                   non  raggiungeranno  più  la  terribile  sistematicità  di  un
                   tempo,  gli  attacchi  saranno  meno  ravvicinati  e  un  po’
                   meno  dolorosi.  In  compenso  ci  sono  in  questi  primi




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