Page 194 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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Fino a quel momento Lou aveva fatto studi irregolari,
dreas da otto anni, ma non con lui. Chi sia stato il for-
aveva frequentato le scuole solo come uditrice: «Quella lomé perse la virginità quando era già sposata con An-
lì non ha bisogno dell’obbligo scolastico» aveva detto, tunato che colse un fiore così prelibato, agognato arden-
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ridendo, suo padre alla moglie che se ne preoccupava . temente da moltissimi uomini, anche famosi e famosis-
Gillot la introdusse a Kant, Kierkegaard, Rousseau, simi, non è dato di sapere. Probabilmente sarà avvenuto
Voltaire, Leibniz, Fichte e l’immancabile Schopenhauer, come nell’Adolescente di Cardarelli, sarà stato qualcuno
dandole delle basi di un certo spessore anche se disor- «abbastanza ignaro per non morire prima di toccarti...
dinate. Ma la situazione dei due, una ragazza diciotten- gli sarà grazia e fortuna il non averti cercata e non sape-
ne e un uomo nel pieno del suo vigore, per di più prete, re chi sei e non poterti godere con la sottile coscienza
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sia pur protestante, soli per ore nello studio di lui, era che offende il geloso Iddio» . Il primo amante certifica-
di grande ambiguità. Gillot non era un santo, anche se to fu un certo Friedrich Pineles, un medico e letterato
a Lou piaceva crederlo tale, e spesso si faceva sedere la austriaco, quindi, e per qualche tempo in contempora-
ragazza sulle ginocchia. E lì, sulle ginocchia dell’uomo nea, fu la volta del poeta Rainer Maria Rilke, seguito da
che amava e di cui subiva prepotentemente il fascino, infiniti altri perché come tutte le frigide la Salomé, una
Lou, in una sorta di raptus mistico-erotico, ebbe più volta saltato il fosso, si diede senza risparmio ma anche
volte degli svenimenti. Finché un giorno Gillot, non senza trarne un particolare piacere. La stessa Salomé
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potendone più, la abbracciò improvvisamente, le con- ripete con insistenza nelle sue Memorie di non essere
fessò il proprio amore e la chiese in sposa: aveva già mai stata travolta da un improvviso richiamo sessuale.
cominciato, le disse, le pratiche di divorzio dalla moglie. Per lei il sesso, anche quando si decise a consumarlo, era
Gillot fu il primo di una lunghissima serie di uomini a un fatto cerebrale.
commettere lo stesso errore: confondere la spregiudica- Quando Gillot le fece quell’avance Lou si alzò di scat-
tezza di Lou con una sua disponibilità sessuale. Invece to e fuggì inorridita. Fu un’altra tremenda delusione:
Lou era terrorizzata dal sesso. Innamorata solo di se l’“uomo-dio” era solo un uomo. Lo scompiglio fu tale
stessa aveva un altissimo concetto della propria dignità che decise di abbandonare la Russia per allontanarsi da
e integrità fisica e aborriva «il sudore umiliante dei con- Gillot del cui fascino non riusciva ugualmente a liberar-
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tatti» . Era frigida. E lo sarebbe rimasta sempre: impose si. Si trasferì a Zurigo per studiare in quell’Università
a Paul Rée una convivenza in bianco di cinque anni e che era una delle poche in Europa ad accettare le don-
addirittura a suo marito, Carl Friedrich Andreas, un ne. Con lei c’era la madre, vittima designata di quella
uomo navigato e, a differenza di Rée, virile, un matrimo- figlia dalla volontà di ferro cui era impossibile dire di
nio non consumato che, nonostante tutti i tentativi di no. L’unica cosa che era riuscita ad imporle era la sua
lui, rimase tale per tutta la loro unione, quasi mezzo presenza, per salvare le convenienze. E anche questo
secolo. Tanto che Andreas, esasperato, dovette conso- Lou l’aveva accettato a denti stretti perché a lei delle
larsi con la governante da cui ebbe due figli. Natural- convenienze non importava proprio niente.
mente Lou mascherava, a se stessa oltre che agli altri, A Zurigo Lou seguiva lezioni di religione comparata,
questa sua impotenza con la necessità che l’intimità spi- filosofia, filologia e storia dell’arte, tenute da alcuni dei
rituale e il reciproco arricchimento intellettuale non fos- nomi più illustri del tempo: il teologo Alois Biedermann,
sero contaminati e sviliti dal rapporto sessuale. La Sa- lo storico dell’arte Gottfried Kinkel, lo storico Adolf
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