Page 139 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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insieme, da soli, a villa Rubinacci, a Sorrento, Malwida
                   «Ma io non posso dimenticare i Suoi occhi, il suo profon-
 e  Nietzsche  fecero  una  serie  di  progetti  matrimoniali  bello che fra loro ci fosse una sana e schietta amicizia:
 puntando  su  varie  candidate:  Natalie  Herzen,  Elise  do sguardo affettuoso e sempre posato su di me come
 Bülow  di  Berlino,  Elisabeth  Brandes  di  Hannover,  la  allora... Sì, certo, mi mandi le sue opere... Ma in quest’in-
 “piccola Rockert” di Ginevra e molte altre ancora. Ma  vio  non  faccia  menzione  della  Sua  e  della  mia  lettera.
 erano candidature virtuali e immaginarie perché la mag-  Tutto quanto è avvenuto finora rimarrà fra di noi – è il
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 gior  parte  di  queste  ragazze  non  aveva  mai  nemmeno  nostro sacrario, per noi due soli» . Gli faceva capire, nei
 visto  Nietzsche,  la  “piccola  Rockert”  era  in  tutt’altre  termini  consentiti  allora  a  una  giovane  donna  sposata,
 faccende affaccendata e non pensò mai a lui e Natalie  che  era  disposta  ad  andare  oltre  solo  che  lui  l’avesse
 Herzen, che pur era un’amica intima di Malwida e sorel-  smessa di trincerarsi dietro nobili parole e nobili ideali. Se
 la  della  sua  “figlioccia”  Olga,  gli  disse  di  no  a  muso  voleva tener nascosto il loro rapporto al marito era pro-
 duro.  Alle  donne  piaceva  parlare  e  chiacchierare  con  prio perché era tutt’altro che innocente, almeno per lei.
 Nietzsche,  ma  quando  si  passava  ad  altri  argomenti  lo  Ma Nietzsche non capì. O non volle capire. Allora lei gli
 schienavano inesorabilmente.  scrisse un’altra lettera calda e affettuosa. Nietzsche rispo-
 Ce ne fu però una, l’unica, che lo prese in considera-  se che la loro amicizia era piacevole ma pericolosa per
 zione  come  uomo  ed  era  la  più  bella  di  tutte:  Louise  entrambi. Si lasciò però andare a chiederle una fotogra-
 Ott.  Originaria  dei  Paesi  baltici,  come  Mathilde,  era  fia: «Non c’è un buon ritratto di una certa bella biondi-
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 cresciuta a Strasburgo per trasferirsi successivamente a  na?» . Questo bastò a incoraggiare Louise che gli scrisse
 Parigi,  al  seguito  del  marito.  Aveva  un  bimbetto  di  che aveva voglia di andarlo a trovare, di consolarlo per
 nome Marcel. Era bionda, «eccezionalmente graziosa»,  la  sua  solitudine  e  di  vederlo  allegro  e  felice,  avrebbe
 colta e, soprattutto, era sensibile, dolce, morbida e com-  voluto  essere  una  fata  per  fargli  ritrovare  d’incanto  la
 prensiva.  Si  erano  conosciuti  a  Bayreuth  dove  Louise,  salute. Non sempre era d’accordo con le sue idee ma la
 che era amante della musica di Wagner, era andata per  gioia di rivedersi avrebbe fatto superare ogni divergenza,
 il Festival lasciando a Parigi marito e figlio. Fra i due ci  se lui non poteva spostarsi a Parigi sarebbe venuta lei a
 fu  sicuramente  qualcosa,  probabilmente  dei  baci.  Ma  Basilea,  adesso  che  si  erano  trovati  non  dovevano  mai
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 Nietzsche  trovò  il  modo  di  irrigidirsi  subito  quando  più perdersi .
 seppe  che  lei  era  sposata  e  aveva  un  figlio.  A  Wagner  Nietzsche  partì  per  Sorrento  e  lasciò  passare  quasi
 questi scrupoli non sarebbero venuti. Louise doveva ri-  due  mesi  prima  di  rispondere.  Stava  male  e  gli  occhi
 tornare a casa e partì. Nietzsche le propose di trasforma-  erano quasi inservibili ma ciò non gli impedì di scrivere
 re il loro rapporto in un’amicizia «pura e nobile» e da  in  quei  sessanta  giorni  a  una  ventina  di  persone,  alla
 Basilea  le  scrisse  una  lettera  sciagurata  in  cui  diceva:  sorella,  alla  madre,  a  Rohde  e  anche  a  semplici  cono-
 «Noi  vogliamo  tenere  fermo  alla  purezza  dello  spirito  scenti. È vero che molto probabilmente queste lettere le
 che  ci  ha  fatto  incontrare  e  rimanere  fedeli  nel  bene.  dettò  mentre,  evidentemente,  non  voleva  far  sapere  a
 Penso a Lei con un tale affetto fraterno, che potrei voler  nessuno  ciò  che  scriveva  a  Louise.  Infine  si  decise  a
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 bene  a  Suo  marito  perché  è  Suo  marito» .  Louise  gli  risponderle:  oltre  che  dei  suoi  malanni  («i  miei  insop-
 rispose  a  stretto  giro  di  posta  dicendo  che  sì,  le  sue  portabili  dolori  di  testa,  contro  i  quali  non  ho  trovato
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 parole  «pure  e  leali»  le  avevano  fatto  piacere,  che  era  alcun  rimedio» ),  le  parlava  di  arte,  di  letteratura,  di



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