Page 136 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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stata  tanto  generosa  da  perdonarmi,  lo  sento  dal  tono
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                   indulgente della Sua lettera, che veramente non merito.                questo  visino  molto  attraente  non  fosse  quello  di  mia
                   Ho talmente sofferto ricordando il mio comportamento                   per l’amicizia di una fanciulla, la poverina non ha buon
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                   crudele e violento, che non Le sarò mai abbastanza ri-                 gusto» . Ma nemmeno le esplicite parole di Elisabeth
                   conoscente per questa indulgenza. Non voglio dare spie-                aprirono gli occhi a Nietzsche, che in quei giorni scrive
                   gazioni e non sono in grado di giustificarmi. Ho solo un               a Gersdorff: «Soprattutto ho incontrato un  vero amico
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                   ultimo desiderio: se mai leggerà il mio nome o mi rive-                nel signor von Senger, un buon acquisto per tutti noi» .
                   drà non ricordi soltanto lo sgomento che Le ho causato.                Non  lo  avrebbe  visto  mai  più.  Infatti  von  Senger  non
                   In ogni caso La prego di credere che sarei felice di ripa-             rispose alla lettera in cui Nietzsche gli chiedeva ragione
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                   rare alla mia cattiva condotta» .                                      della sua scomparsa da Ginevra, né a quelle successive,
                      La  chiusa  della  lettera  è  la  stessa  di  quella  a  von       vagamente  imploranti,  né  all’invio  dei  suoi  libri.  Due
                   Bülow: lui è stato un bambino cattivo, è giusto che sia                anni dopo, ottenuto il divorzio, sposava Mathilde Trem-
                   punito, promette che non lo farà più. Ma, come sotto-                  pedach.
                   linea Hollingdale, in queste righe si avverte anche una                  Non  erano  passati  tre  giorni  dal  rifiuto  della  bella
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                   nota di sollievo per il rifiuto . E lo stesso accadrà anche            Mathilde che Nietzsche, con tipico riflesso da “la volpe
                   quando Lou Salomé gli dirà il suo no definitivo e senza                e  l’uva”,  che  lui  presumibilmente  avrebbe  chiamato
                   appello.  Sembra  quasi  che  Nietzsche  per  primo  non               amor fati, scrisse all’amico Gersdorff, in termini peren-
                   creda  alle  proprie  proposte  di  matrimonio  e  faccia  di          tori: «Per amor del Cielo neanche un passo verso l’ac-
                   tutto,  comportandosi  in  modo  balordo,  per  farsele  re-           comodamento! Si può avere il grande successo soltanto
                   spingere.                                                              se si rimane fedeli a se stessi... a nessun prezzo un ma-
                      L’anno  dopo  Nietzsche  scrisse  a  von  Senger  lamen-            trimonio di convenienza... Su questo punto della purez-
                   tandosi  per  il  suo  silenzio  epistolare  e  meravigliandosi        za di carattere non vogliamo certo vacillare! Diecimila
                   perché, in un passaggio che aveva fatto a Ginevra, non                 volte meglio rimanere soli – questa è ora la mia parola
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                   era riuscito a mettersi in contatto con lui nonostante i               d’ordine in tale questione» .
                   numerosi biglietti che gli aveva mandato: «Ben volentie-                 Un  anno  dopo  avrebbe  confidato  a  Malwida  von
                   ri mi sarei rallegrato della Sua presenza e di quella della            Meysenbug che si sarebbe accontentato anche di «una
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                   Sua  consorte,  che  la  prego  di  salutare  cordialmente...          donna  presa  dalla  strada»  pur  di  trovar  moglie .
                   Come  stanno  le  due  brave  ragazze  la  cui  conoscenza             Malwida, che prese molto sul serio questa sua parte di
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                   allora dovetti a Lei?» . Non aveva capito nulla. Eppure,               prosseneta oltre che di materna protettrice del non più
                   come se non bastasse, anche sua sorella, molto più sca-                implume Nietzsche, si affannò per anni nel tentativo di
                   fata, lo aveva messo sull’avviso. Quando, qualche tempo                trovargli delle mogli che lungi dall’essere raccattate per
                   dopo il rifiuto di Mathilde, il fratello le aveva mandato              la strada fossero giovani, carine e ricche. Una bella pre-
                   una fotografia della ragazza per averne un giudizio, Eli-              tesa perché, a quell’epoca, Nietzsche era ormai un ma-
                   sabeth aveva risposto, livida: «Mi hai chiesto, mio caro,              lato cronico, mezzo cieco e, per giunta, con le pezze al
                   se mi è piaciuto il ritratto?... Quando Senger raccontò,               culo dato che, in prospettiva, l’abbandono dell’universi-
                   in  modo  molto  fiorito,  l’amicizia  intima  che  la  donna          tà pareva inevitabile.
                   prova per lui, allora mi rese veramente felice il fatto che              Nel  1877,  quando  per  un  certo  periodo  abitarono




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